La reazione emotiva del malato influenza profondamente il rapporto con il caregiver, che può manifestare sentimenti simili a quelli del paziente, che, se non riconosciuti e condivisi, possono ostacolare la comunicazione e la relazione.
È importante che il caregiver sia un ‘buon ascoltatore’, prestando attenzione a ciò che il malato riferisce e spronandolo ad andare avanti, senza minimizzare o ingigantire le sue paure. Tuttavia, deve anche saper parlare dei propri stati d’animo.
Il caregiver è spesso travagliato da un senso di colpa per non aver dedicato tempo ed energie sufficienti alla relazione con la persona malata, magari rimandando impegni quotidiani e lavorativi, . Se il caregiver prova questi sentimenti, può trovare beneficio nel condividerli con una persona di fiducia o con uno psicologo, che può accompagnarlo in questo difficile momento della vita.
È comunque fondamentale per il caregiver e per il paziente comprendere e accettare che le reazioni emotive, anche importanti o inconsuete, sono normali, ed è proprio dando spazio e voce a queste emozioni che si riesce a mantenere l’equilibrio necessario per affrontare l’esperienza di malattia e di cura.