È una terapia meccanica che utilizza manicotti a più camere d’aria (non si usano quasi più quelli a una sola camera d’aria) che si gonfiano e si sgonfiano progressivamente, dalla mano all’ascella o dal piede all’inguine, creando, in tal modo, un’onda di compressione dalla periferia verso il centro che favorisce la risalita della linfa.

La pressoterapia deve essere utilizzata sempre in associazione al linfodrenaggio manuale e seguita dal bendaggio multistrato o un tutore elasto-compressivo. Ogni ciclo di terapia consiste in dieci sedute. Prima e dopo ogni seduta è buona norma massaggiare delicatamente i linfonodi alla radice dell’arto per favorire il deflusso complessivo della linfa.

È sempre il fisiatra di fiducia a decidere se e quando impiegare la pressoterapia, la durata del trattamento e delle singole sedute, come pure il numero dei cicli in funzione delle caratteristiche del linfedema, del tempo di insorgenza e dei risultati ottenuti con gli altri trattamenti.

La pressoterapia ha le stesse controindicazioni del linfodrenaggio e pertanto non può essere considerata ‘innocua’.

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