Il linfedema può comparire quando i linfonodi regionali, che rappresentano le stazioni in cui le cellule del sistema immunitario vengono a contatto con elementi estranei al nostro corpo trasportati dalla linfa, sono stati asportati chirurgicamente (linfadenectomia) o sottoposti alla radioterapia; oppure quando, in presenza di una forma avanzata di tumore, i linfonodi e i vasi linfatici che vi arrivano sono invasi da cellule tumorali o sono compressi. Nell’uno o nell’altro caso, la linfa non può defluire normalmente e, di conseguenza, ristagna nel tessuto sottocutaneo e causa il gonfiore della regione interessata.
La cute della regione interessata dal linfedema conserva, in genere, colorito e temperatura normali oppure può risultare leggermente più pallida e fredda, ma se insorge un’infezione dei vasi linfatici diventa calda, arrossata e dolente al tatto. Si parla allora di linfangite. Se il linfedema è notevole e permane a lungo senza un trattamento adeguato, i tessuti e la cute possono diventare duri e fibrotici.
Il linfedema può svilupparsi lentamente dopo il trattamento antitumorale oppure insorgere bruscamente dopo un trauma o un nuovo trattamento. In genere non dà dolore, ma in molti casi si avvertono sensazione di pesantezza, indolenzimento, tensione, fastidio. Se il gonfiore è notevole, vi può essere difficoltà nei movimenti, nella deambulazione (se colpisce gli arti inferiori) e nello svolgimento delle attività della vita quotidiana (vestirsi, guidare, scrivere, ecc.).
Il linfedema non si sviluppa in tutti i pazienti sottoposti a linfadenectomia e/o a radioterapia, ma compare solo nel 20-30% dei casi e all’inizio generalmente in forma modesta. Tuttavia, il rischio aumenta se il chirurgo asporta un numero elevato di linfonodi e all’intervento si associa la radioterapia sulla stessa area (come avviene spesso per i tumori mammari e ginecologici), come pure se vi è obesità.
Nella maggior parte dei casi il linfedema è trattabile con buoni risultati, può regredire o essere notevolmente attenuato e controllato, soprattutto se la diagnosi è tempestiva, se si effettuano terapie specifiche e se si adottano alcune semplici norme comportamentali. Tuttavia, il linfedema può ripresentarsi o peggiorare nuovamente perché le cause sono irreversibili. Pertanto è importante riconoscerlo e rivolgersi subito al medico, anche in caso di dubbio; dopo i trattamenti è necessario imparare a gestirlo ed effettuare controlli periodici. È raro che il peggioramento di un linfedema sia dovuto alla ripresa del tumore.
Se ci si accorge che un vestito, un anello o un orologio sono stretti perché l’arto è aumentato di volume, è bene rivolgersi all’oncologo curante, che stabilirà se i disturbi sono riconducibili alla presenza di un linfedema o ad altra causa, e poi al fisiatra, che prescriverà i trattamenti più opportuni da effettuarsi presso un centro qualificato e specializzato per la terapia del linfedema.