Oltre alla tomografia computerizzata e alla risonanza magnetica si possono eseguire altri accertamenti, quali:

Elettroencefalogramma (EEG): é il tracciato dell’attività elettrica del cervello, usato per la diagnosi di crisi epilettiche. Prima dell’esame si applicano sulla testa una serie elettrodi collegati a un apparecchio che registra gli impulsi nervosi e li stampa su carta. È una procedura sicura e indolore. Non è necessario tagliare i capelli.

Puntura lombare: procedura che si esegue per prelevare un campione di liquido cerebrospinale contenuto nel canale midollare della colonna vertebrale. Dopo aver eseguito un’anestesia locale, il medico introduce un ago tra due vertebre lombari (più o meno all’altezza dei reni) e preleva una piccola quantità di liquido cerebrospinale, che invia quindi in laboratorio per analizzarne la composizione. È detta anche rachicentesi.

Risonanza magnetica con studio di spettroscopia: a differenza della risonanza convenzionale, permette di ottenere dei grafici, chiamati spettri, che forniscono informazioni sul tipo di metabolita prevalente nel tessuto cerebrale oggetto di esame. Alcuni metaboliti sono tipici del tessuto sano, altri di quello patologico. Queste informazioni consentono di distinguere tra tessuto tumorale e non tumorale.

Risonanza magnetica funzionale: tecnica che consente di visualizzare le aree cerebrali che si attivano durante l’esecuzione di un compito (es. uno specifico movimento) o dopo specifici stimoli visivi o sonori. Si ottiene così una mappa delle aree cerebrali, sulla base della quale il chirurgo può pianificare l’intervento in maniera ottimale in modo da preservare le aree cerebrali aventi funzioni importanti.

Tomografia a emissione di positroni (PET):  tecnica radiologica che fornisce informazioni sul funzionamento di tessuti e organi. Si basa sulla somministrazione, solitamente in vena, di un composto contenente glucosio marcato radioattivamente, che si diffonde in tutto il corpo. Questa sostanza non ha effetti collaterali, ma essendo radioattiva è bene che nelle successive 24 ore il paziente non si avvicini a donne gravide. L’esame dura circa un’ora, non comporta disagi particolari e necessita delle stesse precauzioni indicate per la RMN.

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