Un nuovo farmaco che si è dimostrato di possibile efficacia nelle recidive di glioblastoma e che è stato approvato dal Sistema Sanitario Nazionale è regorafenib (Stivarga®). Questa sostanza appartiene a una nuova classe di farmaci antitumorali mirati, i cosiddetti inibitori della crescita tumorale, che agiscono contro i tumori in modo più selettivo rispetto alla chemioterapia tradizionale, in quanto riconosce alcune proteine che si trovano sulla parete delle cellule tumorali o all’interno della cellula ovvero blocca i meccanismi con i quali le cellule si riproducono; siccome queste proteine si trovano solo in piccola parte anche sulle cellule sane, ne risulta che l’azione sia mirata verso le cellule tumorali.

Regorafenib si presenta sotto forma di compresse e si somministra per bocca. Gli effetti collaterali variano da persona a persona e possono comprendere: diminuzione di globuli rossi, globuli bianchi e piastrine (per questo motivo il paziente è sottoposto periodicamente a esami del sangue per controllare che tutti i valori siano normali); reazioni cutanee, che possono interessare mani e i piedi (secchezza e bruciore) oppure le mucose del cavo orale (comparsa di afte); disturbi gastrointestinali (diarrea) e senso di stanchezza che non si attenua con il riposo.

Un altro ambito di ricerca estremamente attivo è quello dell’immunoterapia, che si basa sulla somministrazione di farmaci concepiti per stimolare il sistema immunitario,  combattere il tumore e attaccare le cellule maligne. Attualmente sono in fase di studio protocolli di immunoterapia basati sulle cellule CAR-T, una sigla che deriva dall'inglese e che letteralmente significa ‘cellule T con recettore chimerico per l'antigene’. Le CAR-T sono cellule del sistema immunitario (linfociti T) prelevate da una persona malata di tumore e modificate geneticamente in laboratori altamente specializzati in modo che, una volta reinfuse allo stesso paziente da cui sono state prelevate, siano in grado di attaccare il tumore. Le CAR-T rappresentano un approccio innovativo, ma estremamente complesso, nella lotta contro il cancro; tuttavia, al momento per il trattamento dei tumori cerebrali non sembrano dare le stesse speranze che, invece, mostrano per altre malattie, tra cui leucemie e linfomi.

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