L’utilizzo della radioterapia nel trattamento dei tumori del polmone e della mammella, come anche dei linfomi, ha consentito un significativo miglioramento della sopravvivenza. Nel trattamento dei tumori del polmone la radioterapia si effettua in funzione dello stadio della malattia e può essere utilizzata da sola o associata alla chirurgia o alle terapie farmacologiche (chemioterapia, immunoterapia) con intento adiuvante o palliativo. Negli ultimi anni il trattamento dei tumori polmonari primitivi o secondari ha visto crescere l’impiego della radioterapia stereotassica, che è in grado, con poche sedute, di colpire selettivamente lesioni di piccole dimensioni, risparmiando i tessuti sani che si trovano nel torace.
Nel trattamento dei tumori della mammella, la radioterapia trova impiego dopo chirurgia conservativa o dopo mastectomia, con risultati molto soddisfacenti in termini di controllo locale della malattia, ossia nel sito di origine, e di sopravvivenza. Nel caso del tumore operato l’accorciamento del tempo totale del trattamento (ipofrazionamento) permette di mantenere l’efficacia e di ridurre gli effetti collaterali acuti.
Nel trattamento dei linfomi localizzati nel torace, la radioterapia è confinata alla sede della malattia e alle aree adiacenti. Si effettua in associazione con le terapie farmacologiche (chemioterapia, immunoterapia), una strategia che consente non solo di ridurre le dosi di radiazioni, ma anche di consolidare il controllo della malattia nella sede di origine.
Gli effetti collaterali della radioterapia del torace possono essere:
- Disfagia: dopo due-tre settimane di terapia, ma a volte anche prima, si può avvertire una sensazione di bruciore e costrizione, che rende difficile ingerire cibi solidi. Questa è una possibile complicanza legata all’irradiazione dell’esofago, che si trova anatomicamente a ridosso dei polmoni. In questa situazione può essere raccomandata una dieta a base di alimenti semiliquidi; inoltre, il radioterapista può prescrivere degli analgesici o altri farmaci per alleviare il fastidio. Il dolore migliora di solito spontaneamente fino a scomparire nel giro di alcune settimane dopo la sospensione del trattamento.
- Nausea e vomito: questi effetti collaterali sono piuttosto rari e si manifestano solamente quando il campo di irradiazione è vicino allo stomaco o all’esofago. All’occorrenza possono essere utilizzati farmaci antiemetici che consentono di controllare e ridurre questi effetti.
- Calo di peso: se sono presenti disfagia, nausea o vomito, si può progressivamente perdere peso per la difficoltà ad alimentarsi. Ciò comporta un indebolimento generale, maggiore suscettibilità alle infezioni, perdita di massa magra e, quindi, una ridotta tolleranza ai trattamenti. In tal caso il radioterapista può indirizzare il paziente da un medico nutrizionista clinico per valutare se gli effetti collaterali della radioterapia incidono sullo stato di nutrizione e consigliare i rimedi più appropriati.
- Dispnea: dopo la radioterapia sulla regione toracica possono comparire tosse secca e difficoltà a respirare. Quest’effetto collaterale può manifestarsi anche dopo la conclusione del trattamento. Come sempre è bene informare il radioterapista che può prescrivere al paziente specifiche terapie con cortisonici e, se necessario, con antibiotici.
Per approfondireMaggiori informazioni sui problemi nutrizionali sono disponibili su La nutrizione nel malato oncologico |