I risultati più recenti della ricerca hanno consentito di mettere a punto nuove modalità di radioterapia allo scopo di assicurare un migliore controllo della malattia e di ridurre/minimizzare il rischio di effetti avversi a lungo termine. Alcune di queste modalità sono utilizzate solo in centri altamente specializzati e, spesso, solo nell’ambito di studi clinici sperimentali.

Radioterapia conformazionale: è una tecnica che si distingue da quella tradizionale per l’uso di un acceleratore lineare modellato da un collimatore multilamellare. Le lamelle vengono articolate in modo da posizionarsi all’interno del fascio di radiazioni, conformandolo in questo modo al volume da irradiare. Ciò consente di orientare sul tumore una dose di radiazioni più elevata, riducendo al contempo l’esposizione dei tessuti sani circostanti e, di conseguenza, gli effetti collaterali. Tale procedura è ormai da considerarsi lo standard nella quasi totalità dei centri italiani.

Radioterapia con fasci a intensità modulata (IMRT): prevede l’utilizzo di un collimatore multilamellare come nella radioterapia conformazionale. Nel corso della seduta, le lamelle del collimatore si muovono sull’area da irradiare con una sequenza stabilita e controllata da un computer, mentre la macchina eroga il fascio di radiazioni. In questo modo è possibile conformare la fluenza del fascio di radiazioni all’area da irradiare con una maggiore precisione rispetto alla radioterapia conformazionale.

Molti studi clinici hanno dimostrato che la radioterapia conformazionale tridimensionale e meglio la radioterapia con fasci a intensità modulata determinano meno effetti avversi rispetto alla tecnica bidimensionale, ormai quasi non più in uso.

Le tecniche più avanzate di radioterapia con fasci a intensità modulata, come la IMRT volumetrica, consentono di ridurre la durata delle singole sedute e di avere maggiore precisione delle radiazioni e risparmio dei tessuti sani.

Radioterapia guidata dalle immagini (IGRT): è una tecnica che, attraverso l’utilizzo di immagini TC, assicura il corretto posizionamento del paziente durante le singole sedute di trattamento, consentendo di ridurre il ‘margine’ di tessuto sano che circonda il volume tumorale bersaglio e che deve ricevere una dose elevata per garantire che il tumore sia sempre contenuto all’interno della zona trattata con dose adeguata. La prevista riduzione degli effetti avversi ha incoraggiato l’impiego di questa tecnica nel trattamento di numerose neoplasie maligne.

Radioterapia stereotassica: prevede un’immobilizzazione del paziente ancora più accurata mediante appositi sistemi e la somministrazione di una o più dosi di intensità più elevata rispetto a quelle convenzionali. È indicata per casi clinici altamente selezionati. È disponibile solo presso centri di alta specializzazione.

La radioterapia stereotassica può essere realizzata con i comuni acceleratori lineari, opportunamente modificati, con un apparecchio specifico denominato cyberknife, o con il gamma knife (o bisturi a raggi gamma). Quest’apparecchiatura utilizza un fascio di raggi gamma, prodotti da sorgenti multiple di cobalto radioattivo, orientato in modo molto preciso ed emesso da centinaia di angoli diversi. È spesso sufficiente una sola seduta di trattamento, che ha ovviamente una durata maggiore. Il gamma knife è indicato nella cura dei tumori cerebrali,mentre l’acceleratore lineare e il cyberknife possono essere utilizzati in diversi distretti corporei. 

Adroterapia: consiste nell’utilizzo di particelle subatomiche quali protoni e ioni in grado di irradiare con estrema precisione la malattia e con diversa efficacia biologica. Le indicazioni sono ancora molto selezionate e nell’ambito di protocolli clinici, ormai in fase avanzata, ed è necessario rivolgersi a un centro specializzato.

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