Solitamente l’iter diagnostico comincia dal ginecologo  e dalla visita ginecologica, ma per porre la diagnosi di carcinoma della cervice uterina e per effetturane la stadiazione potranno essere necessari altri esami.

 

Colposcopia

procedura endoscopica che deve essere eseguita da un ginecologo esperto.

Quest’esame consente al ginecologo di visualizzare la cervice uterina per mezzo di uno strumento, il colposcopio, simile a un piccolo microscopio, che ingrandisce l’immagine in modo da permettere di esaminare accuratamente le cellule atipiche e di eseguire una biopsia nel punto che giudica di maggiore interesse.

Prima di procedere all’esame, l’infermiera vi aiuta a sistemarvi sulla poltrona ginecologica. Come con il Pap test, il ginecologo allarga le pareti vaginali con uno strumento detto speculum; quindi, passa sulla cervice uterina un tampone imbevuto di una soluzione colorante per meglio evidenziare le aree anormali. Con l’ausilio di una fonte luminosa il ginecologo osserva mediante il colposcopio l’intera cervice uterina, quindi preleva un piccolo campione di cellule superficiali per l’esame istologico.

La colposcopia richiede di solito 15-20 minuti; può causare qualche fastidio, soprattutto nel momento in cui il ginecologo esegue la biopsia e nei giorni immediatamente successivi, nei quali si potrebbe evidenziare un leggero sanguinamento. Se il fastidio è insopportabile è possibile assumere un analgesico leggero.

Escissione elettrochirurgica con ansa diatermica (LEEP):

procedura chirurgica che il ginecologo può decidere di attuare in sede di colposcopia se non riesce a visualizzare bene l'area in cui si sviluppano di solito le cellule atipiche (area di trasformazione) oppure di rimandare a un secondo appuntamento. Si basa sull’impiego di un generatore di energia, a cui è collegato un sottile filo metallico conformato ad ansa, che funziona come un bisturi preciso e rapido, in grado di  rimuovere le cellule atipiche dall’area di trasformazione in modo efficace e senza dolore. Il materiale prelevato è, quindi, inviato al laboratorio per l’esame al microscopio.

La LEEP si esegue di solito in anestesia locale e la sua esecuzione richiede circa 5-10 minuti. È possibile avvertire un leggero fastidio. Di solito nei giorni successivi si notano un leggero sanguinamento e/o perdite vaginali, ed è bene non fare uso di tamponi né avere rapporti sessuali per un mese.


Laser-conizzazione:

procedura che prevede l’asportazione di una piccola porzione della cervice uterina contenente l’area di trasformazione, utilizzando un fascio di luce laser che taglia e coagula al tempo stesso.. Il nome sta ad indicare che il chirurgo asporta un ‘cono’ di tessuto cervicale sufficientemente grande da contenere le cellule atipiche. Nella maggior parte dei casi si esegue in anestesia locale ocale e crea poco o nessun fastidio. Il tessuto asportato è inviato al laboratorio per l’esame istologico.

La differenza rispetto all’utilizzo dell’ansa diatermica (LEEP) è una maggiore modulabilità nella definizione della lesione da asportare. Nei tumori molto superficiali, la conizzazione consente di asportare tutta la lesione, eliminando quindi la necessità di ulteriori trattamenti. In tutti gli altri casi, ha, comunque, un ruolo importante nella definizione della diagnosi istologica e, quindi, nella scelta del trattamento più indicato.

Dopo l’intervento, per evitare il sanguinamento può essere inserito in vagina un tampone che di solito è rimosso dopo 24 ore. Insieme al tampone potrebbe essere applicato anche un catetere per favorire lo svuotamento della vescica. Anche se è normale avere lievi perdite ematiche per qualche giorno dopo l’intervento, dovreste riposare evitando di svolgere un’attività fisica impegnativa e astenervi dai rapporti sessuali per 4 settimane, in modo da consentire alla cervice uterina di cicatrizzare completamente.

 

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