L’immunoterapia (o terapia biologica) consiste nella somministrazione per via endovenosa di sostanze prodotte dall’organismo stesso oppure di origine sintetica con lo scopo di stimolare, orientare o ripristinare il sistema immunitario dell’organismo rendendolo in grado di contrastare la malattia.  Può essere utile per controllare la malattia di stadio avanzato oppure che ha già prodotto metastasi in altri organi. In alcuni casi può servire a ridurre le dimensioni del tumore o a rallentarne la crescita. L’utilizzo di questi farmaci è ad oggi limitato a pazienti che presentano una neoplasia vescicale con particolari caratteristiche biologiche o che non hanno riportato miglioramenti dopo la chemioterapia standard.

Le sostanze attualmente più utilizzate per l’immunoterapia del cancro della vescica sono prevalentemente rappresentate da anticorpi monoclonali appartenenti alla classe dei cosiddetti inibitori dei checkpoint immunitari, una famiglia di proteine che fungono da freno alla risposta immunitaria. La loro inibizione potenzia l’attività antitumorale da parte delle cellule del sistema immunitario, che così possono ridurre o bloccare la crescita tumorale. I due inibitori dei checkpoint immunitari attualmente più utilizzati sono atezolizumab e pembrolizumab.

Atezolizumab: questo farmaco si lega alla proteina PD-L1, che si esprime sulle cellule tumorali e sulle cellule immunitarie infiltranti il ​​tumore, bloccandone le interazioni con i recettori. In questo modo può contribuire a ridurre le dimensioni della massa tumorale o a rallentarne la crescita. Somministrato per via endovenosa ogni due settimane, è un trattamento usualmente molto ben tollerato, ma che in alcuni casi può portare a effetti collaterali. È indicato per il trattamento del carcinoma vescicale avanzato.

Pembrolizumab: questo farmaco si lega alla proteina PD-1, che si esprime sulla superficie delle cellule T del sistema immunitario, bloccandone l’azione. In questo modo, stimola l’azione del sistema immunitario contro le cellule tumorali, contribuendo in tal modo a ridurre le dimensioni della massa tumorale o a bloccarne la crescita.

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