Che cos’è

La diagnosi

Lo stadio della malattia

Come si cura

Trattamento in base allo stadio


 

Che cos’è

Il cancro della vescica è una malattia caratterizzata dalla presenza di cellule tumorali nella vescica, l'organo cavo a forma di palloncino situato nella porzione inferiore dell'addome, deputato a raccogliere l'urina. La parete muscolare permette alla vescica di distendersi e contrarsi. L'urina passa dai reni alla vescica attraverso due condotti che si chiamano ureteri. Quando la vescica si svuota con la minzione, l'urina è espulsa dall'organismo attraverso un altro condotto che si chiama uretra.

Tra i fattori di rischio per lo sviluppo della malattia vanno ricordati il fumo di sigaretta e l'esposizione prolungata a sostanze derivate dal benzene, coloranti, gomme, cuoio e vernici.

Torna in alto


 

La diagnosi

È indispensabile recarsi dal medico di famiglia in presenza di uno dei seguenti sintomi: tracce di sangue nell'urina (che assume un colore rosso o ruggine; si parla in questo caso di ematuria), dolore durante la minzioneminzione frequente o stimolo a urinare senza riuscire a farlo.

Il medico, dopo la visita, prescrive le analisi del sangue e delle urine per accertare se contengano cellule tumorali, e se lo ritiene opportuno può anche inviare all'attenzione dell'urologo per eseguire una cistoscopia, un esame che consente di visualizzare direttamente la struttura interna della vescica attraverso un tubo sottile detto cistoscopioche è inserito nella vescica attraverso l'uretra. Se l'urologo riscontra la presenza di tessuto anomalo, può eseguire una biopsia. Esistono anche altre metodiche radiologiche utili a diagnosticare il tumore della vescica: tra queste l'ecografia dell'addome e la TAC.

Le probabilità di guarigione (prognosi) e la scelta del trattamento dipendono dalla localizzazione e dallo stadio del tumore (se è circoscritto alla vescica o se si è diffuso ad altri organi), nonché dalle condizioni generali di salute.

Torna in alto


  

Lo stadio della malattia

La stadiazione è importante per la scelta del trattamento più indicato. Il cancro della vescica si classifica nei seguenti stadi:

stadio 0 o carcinoma in situ: il tumore è nelle primissime fasi ed è localizzato superficialmente, solo sulla mucosa, la parte più interna della vescica;

stadio I: le cellule tumorali si sono diffuse un po' più in profondità rispetto alla mucosa, ma non hanno raggiunto la tonaca muscolare;

stadio II: le cellule tumorali hanno infiltrato la tonaca muscolare che riveste la vescica;

stadio III: le cellule tumorali hanno invaso la tonaca muscolare della vescica, lo strato di tessuto che la circonda e/o gli organi adiacenti;

stadio IV: le cellule tumorali hanno invaso la parete addominale o gli organi pelvici o i linfonodi adiacenti (i linfonodi sono piccole strutture del sistema linfatico, a forma di fagiolo, presenti in tutto il corpo, che producono e conservano le cellule che combattono le infezioni). Il tumore potrebbe anche essersi diffuso in organi "distanti"(metastasi);

recidiva: il tumore si ripresenta dopo il trattamento. La recidiva può svilupparsi nella stessa sede del tumore primitivo oppure in un altro organo.

Da un punto di vista pratico, i carcinomi della vescica di stadio 0-I si definiscono superficiali o non muscolo-infiltranti, quelli di stadio II-III si definiscono localmente avanzati o muscolo-infiltranti.
Questa distinzione è importante perché gli approcci terapeutici sono diversi.

Torna in alto


  

Come si cura

Le opzioni terapeutiche attualmente disponibili per il trattamento del cancro della vescica sono:

  • chirurgia;
  • radioterapia;
  • chemioterapia;
  • terapia biologica.

La chirurgia è un trattamento comune per il cancro della vescica. Il chirurgo può decidere di asportare il tumore attuando uno dei seguenti tipi d'intervento:

resezione transuretrale: introducendo il cistoscopio in vescica attraverso l'uretra, il chirurgo utilizza un particolare strumento che gli consente di asportare il tumore;

cistectomia parziale: è l'intervento di asportazione della porzione di vescica interessata dal tumore;

cistectomia radicale: è l'intervento di asportazione totale della vescica. Nell'uomo generalmente si asportano anche la prostata e le vescicole seminali (quelle piccole ghiandole che secernono il liquido seminale); nella donna potrebbe essere necessario asportare anche l'utero, le ovaie e una parte di vagina. Durante l'intervento il chirurgo potrebbe eseguire anche una dissezione linfonodale per rimuovere i linfonodi pelvici;

deviazione urinaria: consiste nella creazione di un passaggio alternativo per l’urina bypassando la vescica. Può essere esterna, attraverso uno o due sacchetti che raccolgono le urine, oppure può realizzarsi attraverso il confezionamento di una neovescica, conservando le vie naturali di eliminazione dell’urina. Vi sono anche opzioni chrurgiche intermedie tra queste due alternative. Ogni deviazione urinaria si esegue dopo di cistectomia radicale oppure a scopo palliativo per alleviare i sintomi nei casi di tumore avanzato non operabile.

Esistono diverse possibilità per creare una via alternativa attraverso la quale eliminare l'urina. Ad esempio, utilizzando una porzione d'intestino il chirurgo può decidere di eseguire una stomia ossia un'apertura nella parete addominale (stoma) oppure di creare una nuova sacca di raccolta dell'urina all'interno del corpo (neovescica). Nel primo caso, si consente l'emissione dell'urina in un apposito sacchetto che viene fatto aderire alla cute con una particolare placca e colla adesiva. Il sacchetto può essere gettato dopo l'uso; non è visibile sotto i vestiti e la maggior parte dei pazienti lo utilizza senza alcun aiuto. Tecniche sviluppate molto recentemente usano una porzione dell'intestino tenue per creare una sacca di raccolta dell'urina, che è collegata al moncone dell'uretra, se questa non è stata rimossa. In questo modo l'urina può essere eliminata attraverso l'uretra, rendendo superfluo lo stoma.
Il chirurgo consiglierà la tecnica più indicata nel singolo caso.

La chemioterapia può essere somministrata tramite instillazione diretta del farmaco nella vescica attraverso un catetere inserito nell’uretra (chemioterapia intravescicale).

Se il chirurgo ha asportato tutto il tumore visibile al momento dell’intervento, l’oncologo può valutare l’eventualità di sottoporre il paziente a una chemioterapia postoperatoria allo scopo di eliminare eventuali cellule tumorali residue e ridurre il rischio di ripresa della malattia. Questo tipo di terapia si definisce adiuvante. Nel caso dei tumori della vescica, si può attuare anche una chemioterapia preoperatoria allo scopo di ridurre le dimensioni della lesione prima dell’intervento e/o preservare la vescica. Questa forma di chemioterapia si definisce neoadiuvante.

Per saperne di più: vedi La Chemioterapia

La terapia biologica si attua somministrando sostanze prodotte dall’organismo stesso oppure di origine sintetica, allo scopo di stimolare, orientare o ripristinare il sistema immunitario dell’organismo a difendersi dalla malattia. La terapia biologica può essere somministrata per via intravescicale (ad esempio nel caso dell’instillazione del Bacillo di Calmette-Guerin (BCG).

Dopo il trattamento, il paziente è sottoposto a controlli periodici (analisi del sangue e altri esami) allo scopo di individuare tempestivamente un’eventuale ripresa della malattia.

Torna in alto


 

Trattamento in base allo stadio

La scelta della terapia dipende dalla sede e dallo stadio del tumore, dall'età e dalle condizioni generali del paziente.

Lo specialista può proporre il trattamento standard per la sua dimostrata efficacia, confermata da esperienze precedenti, oppure la partecipazione a uno studio clinico. La terapia standard non funziona necessariamente per tutti i pazienti e a volte comporta più effetti collaterali di quanto si pensi. Per tale motivo si conducono studi clinici allo scopo di individuare modi più efficaci di trattamento, basandosi sulle informazioni più aggiornate al momento disponibili. 

Stadio 0-I

Le opzioni terapeutiche sono le seguenti:

- resezione transuretrale

- resezione transuretrale seguita da terapia biologica con instillazione intravescicale del Bacillo di Calmette-
Guerin (BCG) oppure chemioterapia (es. mitomicina C, gemcitabina);

- cistectomia parziale (molto raramente indicata per interventi oncologici)

- cistectomia radicale, in particolare in caso di fallimento o recidiva dopo trattamento endovescicale.

Stadio II - III

Le opzioni terapeutiche sono le seguenti:

- resezione trans uretrale;

- radioterapia;

- cistectomia radicale, in alcuni casi con dissezione linfonodale;

- chemioterapia postoperatoria;

- chemioterapia preoperatoria seguita da cistectomia radicale;

- chemioterapia preoperatoria associata a radioterapia, seguite da resezione transuretrale ed eventuale

- cistectomia radicale (in base all'esito del trattamento chemio-radioterapico effettuato.

Stadio IV

Se il tumore si è diffuso ai tessuti o ai linfonodi adiacenti, ma non ad altri organi, le opzioni terapeutiche sono le seguenti:

- cistectomia radicale;

- radioterapia;

- deviazione urinaria o cistectomia per alleviare i sintomi della malattia;

- chemioterapia secondaria a uno dei trattamenti descritti.

Se, invece, si è diffuso a distanza ad altri organi, le opzioni terapeutiche sono le seguenti:

- chemioterapia o radioterapia palliativa;

- deviazione urinaria o cistectomia per alleviare i sintomi della malattia (dolore, senso di tensione in sede perineale, sanguinamento).

Cancro della vescica recidivante

Il trattamento dipende dalla sede in cui si è sviluppata la recidiva e dalle terapie già ricevute. Se il tumore recidiva solo in vescica, il paziente può essere operato di nuovo oppure avviato a chemioterapia o radioterapia, a seconda di quale trattamento abbia già ricevuto. Se la recidiva si sviluppa dopo intervento chirurgico di cistectomia radicale, il paziente può essere sottoposto a chemioterapia o radioterapia. Se è già stato sottoposto a chemioterapia, si può valutare la possibilità di un'eventuale ulteriore chemioterapia con farmaci diversi da quelli già utilizzati.

L’impiego dell’immunoterapia sistemica nel contesto di studi clinici promette importanti novità nel prossimo futuro per quanto riguarda le possibilità di trattamento dei casi con malattia avanzata in alternativa alla chemioterapia standard.

Torna in alto


 

Aimac è grata ad AIOM (Associazione Italiana di Oncologia Medica) Giovani e in particolare alla Dott. Paola Ermacora (Dipartimento di Oncologia, Azienda Ospedaliero-Universitaria, Udine) per la revisione critica del testo.  

Ultima revisione: settembre 2016
Titolo originale: Bladder Cancer Treatment (PDQ®)

 

ATTENZIONE!

Le informazioni presenti nel sito devono servire a migliorare, e non a sostituire, il rapporto medico-paziente. In nessun caso sostituiscono la consulenza medica specialistica.

Pur garantendo l'esattezza e il rigore scientifico delle informazioni, Aimac declina ogni responsabilità con riferimento alle indicazioni fornite sui trattamenti, ricordando a tutti i pazienti visitatori che in caso di disturbi e/o malattie è sempre necessario rivolgersi al proprio medico curante.


© AIMAC 2022. Tutti i diritti sono riservati. La riproduzione e la trasmissione in qualsiasi forma o con qualsiasi mezzo, elettronico o meccanico, comprese fotocopie, registrazioni o altro tipo di sistema di memorizzazione o consultazione dei dati sono assolutamente vietate senza previo consenso scritto di Aimac.