Le radiazioni vengono prodotte dall’acceleratore lineare, un’apparecchiatura costituita da una testata che eroga le radiazioni ruotando intorno al lettino sul quale è sdraiato il paziente. Le radiazioni attraversano la cute e rilasciano la dose prestabilita all’interno dell’area bersaglio. L’utilizzo di acceleratori di particelle di ultima generazione consente di limitare i danni ai tessuti sani, rilasciando le radiazioni quasi esclusivamente al tumore. Nei tumori neuroendocrini l’utilizzo della radioterapia in genere è piuttosto limitato e i maggiori campi di impiego sono le metastasi ossee che causano dolore e le metastasi al cervello.
Le sedute di radioterapia si effettuano giornalmente, dal lunedì al venerdì; il ciclo di trattamento può durare da 3 a 30 sedute in funzione delle dosi e degli organi da irradiare. Ogni seduta dura complessivamente pochi minuti. La radioterapia non è dolorosa e non rende radioattivi. Durante la seduta, è necessario rimanere fermi.
Come per qualunque terapia, le reazioni alla radioterapia variano da individuo a individuo e dipendono dalla sede su cui sono indirizzate le radiazioni, dalla dose irradiata e dalla durata del trattamento. L’effetto collaterale più comune della radioterapia è la stanchezza (comunemente definita dagli oncologi fatigue), che può persistere anche a lungo dopo la conclusione del trattamento. Altri effetti collaterali, in funzione della zona irradiata, possono essere: diarrea, caduta dei capelli, ustioni della cute e irritazione del cavo orale.