La chemioterapia consiste nella somministrazione di farmaci antitumorali che hanno l’effetto di inibire la crescita e la divisione delle cellule tumorali fino a provocarne la morte. Attraverso il circolo sanguigno, i farmaci possono raggiungere qualunque distretto corporeo.

Per i tumori neuroendocrini, la chemioterapia può essere un'opzione in particolare per quelli che tendono a crescere più velocemente.

L’oncologo sceglie il tipo di chemioterapia e stabilisce il regime di somministrazione tenendo conto della sede di origine della malattia, della sua estensione e soprattutto delle sue caratteristiche istologiche e biologiche.

La chemioterapia si somministra nella maggior parte dei casi per via endovenosa, ma talvolta anche in compresse. Per agevolare la somministrazione dei chemioterapici si possono utilizzare dei particolari dispositivi, i cosiddetti cateteri venosi centrali (CVC) che possono essere di tipo differente. I più usati sono:

  • il catetere venoso centrale a inserzione periferica (PICC): dispositivo introdotto nella parte interna del braccio, a metà tra ascella e gomito, in anestesia locale. Richiede medicazioni settimanali. Viene rimosso agevolmente alla conclusione del trattamento;
  • il catetere venoso impiantabile (port-a-cath): dispositivo impiantato sotto la cute a livello della regione pettorale in anestesia locale; la sua estremità è costituita da un ‘bottone metallico’ con al centro una membrana di silicone, attraverso la quale, con l’ausilio di appositi aghi, si possono somministrare i farmaci ed effettuare anche i prelievi di sangue. Può rimanere in sede anche per vari anni; richiede i lavaggi mensili.

È possibile somministrare un solo farmaco o più farmaci, che sfruttano diversi meccanismi d’azione.

Il trattamento può essere completato in una sola giornata o in più giorni consecutivi. Al termine delle sedute di terapia segue una pausa di qualche settimana per dare modo all’organismo di smaltire gli eventuali effetti collaterali. Questo schema costituisce un ‘ciclo’ di trattamento.

Durante i cicli di trattamento il paziente è sottoposto a controlli periodici per verificare l’efficacia della terapia.

Le reazioni alla chemioterapia variano da soggetto a soggetto, e se anche dovessero essere spiacevoli, di solito possono essere facilmente controllate con appositi farmaci. L’importante è non pretendere di fare tutto ciò che si svolgeva prima senza sforzo. Si deve, tuttavia, tenere presente che le attuali modalità di somministrazione e i numerosi trattamenti per prevenire gli effetti collaterali hanno reso la chemioterapia molto più tollerabile rispetto al passato.

I trattamenti più recenti sono ben tollerati e solo raramente determinano lo sviluppo di sintomi importanti come diminuzione dei globuli bianchi, caduta dei capelli, nausea e vomito. Talvolta prima dell’avvio della terapia il medico richiede esami in grado di predire il rischio di effetti collaterali gravi.

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