Gli anticorpi monoclonali sono molecole biologiche in grado di ‘riconoscere’ e individuare cellule specifiche nell’organismo, attaccarsi a queste e quindi distruggerle. Talvolta gli anticorpi monoclonali sono somministrati in combinazione con una molecola radioattiva, che quindi eroga l’irradiazione direttamente alle cellule tumorali.

Alcuni pazienti possono sviluppare, soprattutto dopo la prima somministrazione, una reazione allergica che può manifestarsi sotto forma di sintomi simil-influenzali, abbassamento della pressione sanguigna, difficoltà respiratorie o senso di nausea. Per questo motivo la prima dose è infusa lentamente nell’arco di diverse ore. Prima della terapia potrebbero anche essere somministrati al paziente dei farmaci specifici per ridurre il rischio di reazione allergica. Le somministrazioni successive non dovrebbero creare problemi.

Rituximab

Quest'anticorpo monoclonale trova largo impiego nel trattamento di alcuni tipi di linfoma non Hodgkin a cellule B. Rituximab si lega alla proteina CD20 che è presente sulla superficie dei linfociti B e in questo modo li distrugge. Si somministra per infusione in vena e si può utilizzare in vari modi, da solo o in combinazione con la chemioterapia.

Per taluni tipi di linfomi non Hodgkin indolenti rituximab si somministra talvolta in combinazione con la chemioterapia CHOP o con bendamustina come trattamento di prima scelta; in alcuni casi può essere somministrato anche da solo in cicli da quattro settimane. Se i risultati sono buoni, si può utilizzare anche come terapia di mantenimento per un periodo massimo di due anni.

Nei linfomi non Hodgkin aggressivi (vedi La classificazione dei linfomi non Hodgkin), rituximab si somministra di solito in associazione con il regime chemioterapico CHOP (vedi anche Le terapie per i linfomi non Hodgkin)

Obinutuzumab

Rappresenta un’evoluzione del rituximab. Ha simile modalità di azione, ma in vitro e in vivo ha dimostrato maggiore capacità di distruggere le cellule linfomatose. Ha evidenziato notevole efficacia in associazione alla chemioterapia soprattutto nei linfomi indolenti, mentre nei linfomi aggressivi ha dimostrato pari efficacia rispetto a rituximab.

Anticorpi monoclonali marcati radioattivamente

Ad alcuni anticorpi monoclonali sono attaccate molecole radioattive che erogano una dose di radiazioni direttamente sulle cellule tumorali. L’anticorpo monoclonale marcato radioattivamente che si usa nel trattamento dei linfomi non Hodgkin è Ibritumomab tixuetan.

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