Radiazioni dotate di energia sufficiente a ionizzare la materia con cui vengono a contatto. La ionizzazione si compie quando uno o più elettroni sono rimossi o aggiunti per effetto di collisioni tra particelle di atomi o molecole. Gli esempi più comuni di radiazioni ionizzanti sono i raggi x.

Prodotti normali del metabolismo cellulare, potenzialmente cancerogeni in quanto in grado di danneggiare le  membrane cellulari e di indurre o promuovere la rottura dei cromosomi.

Composto chimico che contiene al suo interno un radionuclide, ossia un atomo radioattivo; si usa in medicina nucleare a scopo diagnostico e terapeutico.

(o radionuclide)
Sostanza in grado di emettere radiazioni.

Medico specialista, esperto nella lettura a fine diagnostico o terapeutico di immagini radiografiche.

Tecnica di irradiazione che utilizza i raggi x ad alta energia emessi dall’acceleratore lineare.

Medico specialista, esperto in oncologia e nell’uso delle radiazioni ionizzanti a scopo terapeutico.

Medico specialista che pone l’indicazione alla radioterapia e che insieme al fisico sanitario realizza il piano di cura personalizzato.

Metodo di assegnazione casuale dei pazienti al braccio sperimentale o al braccio di controllo. Usato negli studi clinici randomizzati per evitare che i risultati siano falsati da fattori soggettivi o comunque interferenti.

Componente molecolare dell’organismo con cui un farmaco interagisce per esplicare la sua azione.

Proteine che riconoscono e legano in maniera selettiva particolari sostanze (es. ormoni, antigeni, zuccheri) o anche microrganismi (es. virus, batteri). I recettori sono localizzati sulla superficie o all'interno delle cellule.

Ripresa della malattia dopo una fase di risposta completa o parziale alle terapie.

Ritorno del tumore nella mammella già operata.

Passaggio del contenuto gastrico, acido, nell’esofago.

Resistente, insensibile.