L’impatto del tumore del colon-retto sullo stato di nutrizione è estremamente variabile, motivo per il quale non è possibile generalizzare né i segni né i sintomi nutrizionali, né tantomeno le modalità per prevenirli o correggerli con l’alimentazione e la nutrizione.
Come per molte altre neoplasie, anche per il tumore del colon-retto è conveniente distinguere gli effetti prodotti dal tumore e gli effetti prodotti dalla terapia (chemioterapia, radioterapia, chirurgia).

Effetti del tumore sullo stato di nutrizione    

Diversamente da altre neoplasie, il tumore del colon-retto non determina rilevanti peggioramenti dello stato di nutrizione quando è ancora localizzato solo nell’intestino o nei linfonodi (stadi I-III). In genere, infatti, in questi casi non vi sono segni o sintomi di malnutrizione come mancanza di appetito, nausea, vomito e perdita di peso involontaria. Anche l’eventuale presenza di stitichezza e/o diarrea prima della diagnosi non ha conseguenze rilevanti sulla nutrizione del malato, che infatti si presenta alla diagnosi in condizioni generali buone e con un peso corporeo normale o elevato e stabile rispetto al peso abituale.

Quando, invece, la malattia è in stato avanzato e il tumore si è già diffuso ad altri organi quali il fegato e il polmone (stadio IV), possono essere presenti anoressia, calo ponderale e malnutrizione, facilmente diagnosticabile sia dall’oncologo che dal nutrizionista.

Poiché, purtroppo, è molto frequente che il tumore del colon-retto venga diagnosticato in questa fase, è importante sottolineare che la valutazione nutrizionale deve fare parte integrante della valutazione generale del paziente prima dell’inizio del percorso terapeutico, medico e chirurgico, in quanto è fondamentale per ridurre le complicanze legate al trattamento. Sarà il nutrizionista, di concerto con l’oncologo, a decidere quale sia in questi casi il miglior metodo per soddisfare i fabbisogni nutrizionali, facendo eventualmente anche ricorso, se necessario, alla nutrizione artificiale.

 

Effetti del trattamento sullo stato di nutrizione

Il programma terapeutico per i tumori del colon-retto vede nella chirurgia il cardine del trattamento. Per i tumori del colon il tipo di intervento dipende dalla localizzazione anatomica e dallo stadio della malattia; per i tumori del retto, il tipo di intervento chirurgico dipende dalla localizzazione del tumore, dalle sue dimensioni e dalla sua estensione rispetto all’ano. È spesso necessaria una colostomia permanente, soprattutto se il tumore è localizzato nell’ultima porzione del retto.

Per ridurre le dimensioni del tumore e, quindi, il rischio di colostomia permanente, è possibile somministrare prima dell’intervento una radioterapia o radio-chemioterapia. Chemioterapia, radioterapia e farmaci biologici sono utilizzati anche dopo l’intervento chirurgico nella maggior parte dei pazienti e pure per prolungati periodi di tempo. Alcuni dei farmaci utilizzati per la chemioterapia possono indurre nausea, vomito e diarrea. È molto importante non sottovalutare questi sintomi in quanto possono avere un effetto negativo sullo stato di idratazione e di nutrizione. La malnutrizione, e in particolare la perdita di muscolatura, aumentano il rischio di sviluppare intolleranza alla chemioterapia. Per questo durante il trattamento è importante non perdere il proprio peso corporeo al fine di mantenere una buona qualità di vita e di potere portare a termine le terapie nelle migliori condizioni generali possibili.

Per ridurre il rischio di malnutrizione legato alla terapia, è di fondamentale importanza che il malato venga inserito in un percorso terapeutico che preveda anche la consulenza nutrizionale da parte del medico nutrizionista e/o del dietista. La perdita di peso e di muscolo deve essere considerata un effetto collaterale indesiderato della terapia ed essere rapidamente diagnosticata ed efficacemente trattata. Non esistendo indicazioni dietetiche e nutrizionali particolari, si raccomanda di non sottoporsi mai a ‘diete anticancro’ che sono assolutamente prive di evidenze di efficacia clinica, ma che espongono il paziente al rischio di gravi carenze nutrizionali.

Nei casi in cui il paziente venga sottoposto a resezione intestinale e/o confezionamento di colostomia, è opportuno attenersi ad alcune raccomandazioni nutrizionali. È possibile che subito dopo l’intervento chirurgico si manifesti transitoriamente diarrea, di cui è necessario informare il medico. In questi casi è consigliabile bere per ripristinare le perdite, avendo cura di frazionare l’assunzione di liquidi durante tutta la giornata, per evitare di aggravare i sintomi. Inoltre, è possibile che alcuni alimenti ricchi di fibre, come frutta e verdura, alterino il normale funzionamento dell’intestino o della colostomia diminuendo la consistenza delle feci. È consigliabile compilare un diario alimentare nel quale vengano riportati i sintomi indesiderati conseguenti all’assunzione di determinati alimenti per consentire al nutrizionista e/o al dietista di prescrivere un piano nutrizionale personalizzato.

In generale si suggerisce quanto segue:

  • Riprendere l’alimentazione gradualmente, verificando la tolleranza individuale ai vari alimenti.
  • Masticare bene e frazionare i pasti in 3 principali + 2-3 spuntini.
  • Rendere l’alimentazione variata ed equilibrata.
  • Privilegiare la qualità anziché la quantità degli alimenti.
  • Privilegiare gli alimenti solidi e asciutti, sorseggiando piccole quantità di liquidi durante i pasti principali. È preferibile consumare i liquidi (tè, tisane, acqua, ecc.) lontano dai cibi solidi per evitare l’aumento della velocità di transito intestinale.
  • Confezionare piatti semplici, poco elaborati e ben cotti.
  • Controllare il proprio peso e riferire le variazioni al medico.

In particolare, ai pazienti portatori di colostomia si consiglia di evitare gli alimenti responsabili della formazione di gas intestinali e/o cattivi odori (ad es. i legumi, le carni grasse, le bevande gassate dolcificanti artificiali come il sorbitolo, alcune verdure come il cavolo, il cavolfiore, il broccolo) e di consumare invece quelli che ne prevengono la formazione (yogurt, succo di mirtillo, prezzemolo, lattuga e spinaci bolliti). Vale comunque la regola che non esistono raccomandazioni generalizzabili circa i tipi di alimenti da evitare: ciascuno deve verificare la risposta del proprio organismo, perché questa varia da individuo a individuo.

 

Per approfondire

Maggiori informazioni sui problemi nutrizionali sono disponibili su La nutrizione nel malato oncologico e su Neoplasia e perdita di peso - Che cosa fare?  

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