Radioterapia:  è complementare alla somministrazione degli analgesici, di cui può potenziare l’efficacia, giacché agisce anch’essa sul controllo del dolore. È molto utile in presenza di metastasi ossee sintomatiche (localizzate a colonna vertebrale, femore, pelvi e gabbia toracica); metastasi cerebrali; emorragie (sangue dalla bocca, dalla vescica e dall’ano); sindromi ostruttive e compressive (epatomegalia, ostruzione bronchiale, stenosi esofagea).

La dose di irradiazione da erogare per il trattamento del dolore è solitamente abbastanza bassa, (di solito è sufficiente una sola dose), e di conseguenza il trattamento ha pochissimi effetti collaterali, di cui alcuni si possono manifestare subito, altri più tardivamente.

Modalità fisiche: comprendono alcune tecniche molto semplici che prevedono la stimolazione cutanea attraverso il calore, il freddo, il massaggio, la vibrazione, la pressione, ecc. Possono essere apprese da tutti i familiari ed utilizzate all’occorrenza ricordando, però, che in alcuni casi la loro applicazione può aumentare il dolore; inoltre, in mani non esperte possono essere pericolose, per cui vanno praticate previo valutazione del medico curante.

Termoterapia: L’applicazione di calore (borsa di acqua calda o altro) riduce la rigidità articolare e la vasodilatazione locale, con conseguente attenuazione del dolore. Il calore non deve essere applicato sulle zone irradiate.

Crioterapia: L’applicazione di freddo allevia alcuni dolori neuropatici e gli spasmi muscolari. Il ghiaccio non deve essere applicato per più di 15 minuti.

Massaggio: Esistono diversi tipi di massaggio: i più semplici sono lo sfioramento leggero e quello profondo. Il massaggio può essere effettuato con oli o lozioni rinfrescanti alle erbe, che sono anche idratanti per la cute. II massaggio è una forma di contatto fisico che dà benessere e rilassamento sia per il malato che per i familiari, che con quest’attività si occupano direttamente del proprio caro, ma va sempre eseguito con l’approvazione del medico e interrotto se compare dolore.

Attività fisica: L’attività fisica, ove possibile, può evitare la comparsa di dolori osteoarticolari. Incoraggiare a restare attivi è molto importante. Per i malati costretti all’immobilità è consigliabile cambiare spesso la posizione e praticare una mobilitazione passiva degli arti, ma senza provocare dolore, effettuando l’escursione dei movimenti fino al limite di ampiezza consentito.

Ipnoterapia: L’ipnoterapia [1]  può essere utile per alleviare il dolore da cancro, ma è raramente efficace di per sé. Tuttavia, l’autoipnosi può rappresentare una parte importante di tutto il processo di rilassamento, che si usa per ridurre l’effetto dello stato di turbamento emozionale sul dolore.

Interventi psicologici: si basano su tecniche psicologiche comportamentali o cognitive che possono risultare utili anche per controllare il dolore. Per questo tipo di metodi non farmacologici del controllo del dolore è bene rivolgersi ad uno psicologo clinico o ad uno psico-oncologo esperto in questo settore.

Tecniche di rilassamento ed immaginazione: I metodi variano nei particolari, ma tutti hanno lo stesso obiettivo generale: eliminare lo stress e altri fattori emozionali che possono acuire il sintomo  doloroso.

Imparare a rilassarsi e a liberarsi dalle paure e dalle ansie - anche se solo per brevi periodi al giorno - può svolgere un ruolo utile nel raggiungimento del controllo globale del dolore, non da ultimo riducendo la tensione muscolare. Una volta appreso come rilasciare i muscoli addominali, del collo e di altri distretti - singolarmente o insieme - sarete in grado di applicare la tecnica nei periodi critici in modo da ridurre la tensione e, di conseguenza, il dolore.

Il rilassamento interiore è stimolato dal training autogeno. Quando rilasciate ogni singola parte del corpo - braccia, gambe, mani, piedi - dovrete concentrarvi per associare al movimento muscolare la sensazione di spazio, pesantezza o calore nelle zone interessate. Anche in questo caso, una volta acquisite le tecniche fondamentali, potrete usarle per alleviare il dolore nei momenti di crisi.

La visualizzazione serve per concentrarsi e immaginare scene tranquille, felici, per superare parzialmente la sensazione di dolore. ‘Vedendo’ immagini che danno piacere e ‘ascoltando’ i suoni che queste producono riuscirete, in un certo qual modo, a eliminare i sintomi che vi procurano dolore e fastidio.

Si tratta di tecniche utili per ottenere uno stato di rilassamento mentale e fisico. Il rilassamento mentale consente di ridurre l’ansia e, conseguentemente, di alzare la soglia del dolore, soffrendo di meno. Il rilassamento fisico permette di ridurre le tensioni muscolari e scheletriche anch’esse responsabili di sostenere il dolore.

Tecniche distrazionali: Sono molto utili per spostare l’attenzione del malato su stimoli diversi dal dolore o dalle emozioni negative che lo accompagnano. Le distrazioni possono essere interiori (contare mentalmente, pregare, ecc.) o esterne (ascoltare musica, guardare la tv, parlare con amici, ascoltare qualcuno che legge, ecc.)

Consigli pratici.
Il modo in cui state seduti o sdraiati può influire sul dolore e la posizione che sembra comoda all’inizio può diventare fastidiosa dopo 15-20 minuti. Cambiare spesso posizione riduce anche il rischio di piaghe da decubito che si formano quando si rimane troppo a lungo immobili, seduti o sdraiati nella stessa posizione.  Cuscini o sostegni a forma di V possono ridurre il dolore alla schiena e al collo, mentre un’apposita struttura può impedire alle coperte di gravare su arti doloranti. Poggiapiedi e sgabelli poggiapiedi, inoltre, aiutano ad alleviare i dolori ai piedi, una parte del corpo di cui spesso ci si dimentica, e le speciali scarpette imbottite reperibili nei negozi specializzati servono al duplice scopo di tenere i piedi caldi e di dare loro sostegno.

Una corretta postura facilita la respirazione; infatti una posizione semiseduta o afflosciata, sprofondata nel letto, riduce significativamente la capacità funzionale residua rispetto ad una posizione seduta eretta o al decubito sul fianco.


[1] È difficile parlare dell’ipnosi in modo semplice, chiaro e completo, perché in tanti hanno affrontato il campo ipnotico dandone visioni differenti se non addirittura in contrasto, al punto che ancora oggi non esiste una visione dell’ipnosi unica ed accettata da tutti gli studiosi. L’ipnosi è una tecnica psicoterapeutica (ma non solo) che si basa sull’induzione di uno stato simile al sonno nel paziente, per poi aiutarlo nell’applicazione richiesta e influenzarne alcuni stati fisici (esempio, circolazione sanguigna, sensibilità cutanea, ecc.). Principalmente è utilizzata tramite l’ipnoterapia.

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