L’introduzione di nuove terapie mirate nella cura dei tumori sta decisamente aumentando il numero delle persone guarite ed anche la sopravvivenza globale. Non sempre, tuttavia, questi risultati hanno coinciso con un’adeguata qualità di vita dei malati di cancro. In effetti più del 50% delle persone con tumore ricorre a trattamenti non convenzionali per lenire gli effetti collaterali delle terapie classiche. Purtroppo in alcuni casi, per mancanza di conoscenza, le terapie convenzionali sono sostituite con prodotti e trattamenti che non sono in grado, da soli, di curare la malattia.

Le pratiche di medicina non convenzionale provengono da paesi lontani quali India, Cina, Giappone, o sono “tesoro culturale” dell’Europa, come avviene per l’omeopatia e la medicina antroposofica. È pertanto opportuno un confronto con culture, paesi, punti di vista e approcci terapeutici differenti, tenendo sempre presente, però, un unico obiettivo: migliorare la qualità della vita dei pazienti. 

Questo confronto culturale ci porta a vedere sotto una nuova luce l’approccio terapeutico non convenzionale, tenendo conto della globalizzazione dei trattamenti. Perché uno specifico rimedio terapeutico che in Italia è considerato “alternativo” è “complementare” in Europa del Nord e diventa “pratica medica ufficiale” in Estremo Oriente? In virtù di questo, la medicina complementare e alternativa, la cosiddetta “CAM”* viene oggi a pieno titolo rinominata “medicina integrata”, considerando il termine nella sua globalità.

Tuttavia, va ricordato che tutti i trattamenti “integrati” non sono sempre innocui e possono interferire, a volte anche negativamente, con le terapie convenzionali; per tale motivo i pazienti devono essere informati di che cosa possono o non possono assumere durante i trattamenti ufficiali, compreso tutto ciò che rientra tra i prodotti naturali, perché naturale non è sinonimo di innocuo. È pertanto molto importante che i pazienti riferiscano sempre all’oncologo ciò che assumono.

Già nel 2005, Aimac e l’Istituto Superiore di Sanità vollero approfondire questi aspetti relativamente a una corretta informazione per i malati di cancro organizzando un importante convegno internazionale a cui hanno partecipato esponenti autorevoli di importanti istituzioni operanti in ambito sanitario (Accademia di Comunicazione - Milano; Centro Collaborante OMS per la Medicina Tradizionale, Università di Milano; Organizzazione Mondiale per la Sanità; National Cancer Institute - USA; National Center for Complementary and Alternative Medicine (denominato attualmente National Center for Complementary and Integrative Health), NIH - USA; Università di Manchester, UK;  Università di Napoli). In tale occasione fu presentata e condivisa la prima edizione di questo libretto. A seguito di nuove conoscenze nell’ambito dei trattamenti non convenzionali, Aimac e l’Istituto Superiore di Sanità, con la collaborazione dell’Associazione Ricerca di Terapie Oncologiche Integrate (ARTOI), hanno ritenuto di aggiornare la prima edizione per una migliore informazione dei malati e anche dei medici, offrendo la possibilità di migliorare la qualità della vita anche attraverso trattamenti non convenzionali suggeriti dalla medicina integrata.

Francesco De Lorenzo, Presidente Aimac
Stefano Vella, Direttore Dipartimento del Farmaco Istituto Superiore di Sanità

*Acronimo dall’inglese Complementary and Alternative Medicine.

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