Solitamente l’iter diagnostico comincia dal medico di medicina generale che, dopo la visita, prescrive le analisi del sangue e le indagini radiologiche del caso e, se lo ritiene opportuno, suggerisce di consultare il gastroenterologo per una più approfondita valutazione ed eventuale esecuzione di ulteriori accertamenti.
Si descrivono di seguito sinteticamente gli esami più utilizzati per formulare la diagnosi, ma non necessariamente il paziente sarà sottoposto a tutti.

Tomografia computerizzata (TC): è una tecnica radiologica che fornisce immagini tridimensionali delle strutture interne di un organo su piani successivi. Può essere molto utile per localizzare esattamente il tumore o per verificare se la malattia si è diffusa ad altri organi.
La TC è di per sé indolore e ben tollerata. L’esecuzione richiede circa 10-30 minuti e nelle quattro ore che la precedono non si deve mangiare né bere. Per ottenere immagini ancora più chiare il medico deve impiegare un mezzo di contrasto contenente iodio. Per evitare una reazione piuttosto seria, prima della somministrazione è importante informare il radiologo se si soffre di allergia allo iodio o di asma.

Risonanza magnetica nucleare (RMN): è una tecnica simile alla TC, ma utilizza i campi magnetici anziché le radiazioni. Il piano su cui è sdraiato il paziente viene fatto scorrere all’interno di un cilindro più lungo e più stretto rispetto a quello della TC, e ciò può dare a volte la sensazione di claustrofobia. La procedura è indolore e richiede da 15 a 90 minuti.

Ecoendoscopia con biopsia: è un’ecografria eseguita dall’interno del corpo. Grazie alla visualizzazione ecografica delle lesioni e dei vasi sanguigni, consente di prelevare mediante un ago un frammento di tessuto (agobiopsia) o alcune cellule (agoaspirato). Questo materiale viene poi inviato al laboratorio di anatomia patologica per lo studio al microscopio. È molto importante per la corretta diagnosi della malattia. Tuttavia, non sempre è necessaria per decidere se è opportuno intervenire chirurgicamente. A questo scopo potrebbe essere sufficiente la TC. Il prelievo del campione può essere effettuato anche sotto controllo ecografico o tomografico per via percutanea nel caso in cui ci siano metastasi, più spesso nel fegato.

Raramente è necessario eseguire una chirurgia di tipo esplorativo, come la laparoscopia, per ottenere un campione istologico.

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