Farmaci autorizzati: Avastin®, Abevmy®*, Alymsys®, Aybintio®, Equidacent®*, Mvasi®, Onbevzi®*, Oyavas®, Zirabev®

* Non sono in distribuzione in Italia ma sono stati approvati da AIFA tramite GU.


Che cos'è il bevacizumab

Qual è il principio di azione

Che aspetto ha

Come si somministra

Potenziali effetti collaterali

Effetti collaterali meno frequenti

Ulteriori informazioni


 

Che cos'è il bevacizumab

Il bevacizumab, comunemente noto con il nome commerciale di Avastin®, è una sostanza che appartiene alla classe di farmaci antitumorali che prendono il nome di anticorpi monoclonali. Si somministra insieme alla chemioterapia.

Bevacizumab è indicato per il trattamento di pazienti adulti con carcinoma metastatico del colon e del retto; per il trattamento in prima linea di pazienti adulti con carcinoma mammario metastatico, con carcinoma polmonare non a piccole cellule, non resecabile, avanzato, metastatico o ricorrente, con istologia a predominanza non squamocellulare; è indicato per il trattamento in prima linea di pazienti adulti con carcinoma renale avanzato e/o metastatico; per il trattamento in prima linea del carcinoma ovarico epiteliale, del carcinoma alle tube di falloppio o del carcinoma peritoneale primario in stadio avanzato (stadio III B, III C e IV, secondo la Federazione Internazionale di Ginecologia e Ostetricia (FIGO) in pazienti adulte. Per il trattamento di pazienti adulte affette da carcinoma della cervice persistente, ricorrente o metastatico.

Sono attualmente in corso diversi studi clinici miranti a verificare l’efficacia del bevacizumab per il trattamento di altri tipi di tumore.

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Qual è il principio di azione

Gli anticorpi monoclonali sono sostanze sintetiche, prodotte in laboratorio, in grado di distruggere alcuni tipi di cellule tumorali limitando al minimo il danno per le cellule sane. La loro funzione è quella di riconoscere determinate proteine (recettori) presenti sulla superficie di alcune cellule tumorali. Quando l’anticorpo monoclonale riconosce la presenza del recettore sulla superficie della cellula tumorale, vi si aggancia (come una chiave che s’inserisce nella serratura: ogni chiave può infilarsi in una sola serratura).

In questo modo stimola il sistema immunitario dell’organismo ad aggredire le cellule neoplastiche e può anche indurre queste ultime ad autodistruggersi, oppure blocca il recettore impedendogli di legarsi ad una proteina diversa che stimola la crescita delle cellule neoplastiche. Di conseguenza, non solo le cellule tumorali non sono più in grado di crescere e di prolificare, ma non si possono formare nuovi vasi sanguigni che alimentano il tumore. Venendo in questo modo a mancare l’apporto di ossigeno e di nutrienti, il tumore ‘si affama’, e di conseguenza si restringe o quanto meno smette di crescere.

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Che aspetto ha

Il bevacizumab si presenta sotto forma di liquido per soluzione per infusione da incolore a marrone chiaro.

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Come si somministra

Il bevacizumab si somministra per infusione in vena (somministrazione goccia a goccia) attraverso una cannula (un tubicino sottile che viene introdotto nella vena del braccio o della mano); attraverso il catetere venoso centrale che viene inserito sotto cute in una vena vicino alla clavicola; attraverso la linea cosiddetta PICC, acronimo dall'inglese peripherally inserted central catheter, che è inserita in una vena periferica, di solito del braccio.

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Potenziali effetti collaterali

Le reazioni ai farmaci variano da individuo a individuo: alcuni pazienti accusano pochissimi effetti collaterali, altri, invece, devono sopportare conseguenze più pesanti. Non necessariamente gli effetti collaterali descritti nel Profilo Farmacologico colpiranno tutti coloro che si sottopongono al trattamento con bevacizumab.

È opportuno sapere che gli effetti collaterali possono essere diversi se il bevacizumab è somministrato in associazione con farmaci chemioterapici. In generale, il bevacizumab può provocare astenia, ossia sensazione di stanchezza, e diminuzione dell’appetito; entrambe possono insorgere in forma lieve o anche in forma severa. L’astenia può essere legata all’anemia. È sempre consigliabile discuterne con l’oncologo.

Il Profilo Farmacologico prende in considerazione gli effetti collaterali più comuni e anche i meno frequenti in modo che siate preparati qualora dovessero verificarsi. Sono stati, invece, tralasciati gli effetti collaterali molto rari, ossia quelli che molto difficilmente accuserete. Qualora avvertiate qualunque effetto che ritenete possa essere connesso con l’assunzione del farmaco, ma che non è citato nel Profilo Farmacologico, parlatene con l’oncologo che vi ha in cura.

 

Effetti collaterali comuni

Aumento della pressione. Quando la pressione arteriosa aumenta, si avvertono cefalea, vertigini, confusione mentale, sanguinamento dal naso, malessere. Se insorgono questi disturbi durante la terapia, è necessario avvisare il Personale.

Stipsi. È opportuno bere molto, seguire una dieta ad alto contenuto di fibre e talvolta ricorrere ai lassativi.

Trombosi. Se compaiono dolore, sensazione di calore, gonfiore o sensibilità localizzati a un arto, oppure dolore toracico, informate immediatamente l’oncologo che vi ha in cura perché potrebbero essere i segni di una trombosi. A volte, durante il trattamento, l’oncologo può prescrivere basse dosi di aspirina per prevenire questi disturbi. Non assumere farmaci contenenti aspirina a meno che non siano stati prescritti dall’oncologo.

Modificazioni dell’attività cardiaca. Si possono accusare dolori al torace, difficoltà di respiro, gonfiore alle caviglie, come per ritenzione di liquidi.

Temporanea riduzione della produzione di cellule ematiche da parte del midollo osseo. È un evento decisamente più modesto rispetto alla chemioterapia. La diminuzione dei globuli rossi provoca diminuzione dell’emoglobina e quindi anemia, che si manifesta principalmente con sensazione di spossatezza fisica; la diminuzione dei globuli bianchi facilita l’insorgere di infezioni, il cui segno è la febbre, di solito con brivido; la diminuzione delle piastrine provoca ecchimosi, ossia lividi, o emorragie. La ridotta funzionalità del midollo osseo può manifestarsi alcune settimane dopo l’inizio della terapia, e tende a restare stabile e modesta.

Se la terapia prevede l’associazione con i farmaci chemioterapici, le probabilità di andare incontro a diminuzione dei globuli è più alta. Per questo sarete sottoposti a esami periodici del sangue per controllare la funzionalità del midollo osseo. Qualora si verifichi una netta diminuzione del conteggio delle cellule ematiche, la somministrazione del farmaco può venire rinviata di alcuni giorni per permettere il recupero della funzionalità del midollo osseo.  

Se la temperatura sale oltre 38° C o se insorgono ecchimosi o emorragie senza apparente motivo, è necessario consultare l’oncologo o l’ospedale.

Alterazione della funzione renale. Si manifesta con l’aumento di valore della creatinina, dovuto al bevacizumab; di solito l’aumento è lieve e transitorio, e la funzione renale non risulta danneggiata. Si manifesta attraverso la perdita di proteine nelle urine (proteinuria).

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Effetti collaterali meno frequenti

Perforazione intestinale. In pazienti il cui tumore non era stato asportato si sono verificati episodi di perforazione intestinale legati alla rapida diminuzione di volume del tumore. Si manifestano con dolore e sanguinamento intestinale. Se insorge, è necessario recarsi rapidamente in ospedale.

Sintomi simil-influenzali. Comprendono febbre e brividi. Possono insorgere a distanza di molte ore dalla somministrazione del bevacizumab, ma non durano a lungo. Può essere utile assumere un antiinfiammatorio (ad esempio tachipirina).

Diarrea. Se si presenta, è in forma lieve (una-due scariche al giorno); raramente è severa. Può essere controllata facilmente con i comuni farmaci antidiarroici. Se si presentasse in forma severa, potrebbe essere necessario sospendere il trattamento o ridurre le dosi della chemioterapia. In ogni caso, è necessario bere molto per reintegrare i liquidi perduti.

Spossatezza. Si tratta di un effetto collaterale molto comune, in particolare verso la conclusione del ciclo. Potrebbe essere dovuto, almeno in parte, all’anemia. È molto importante cercare di riposare il più possibile.

Nausea e vomito. Nonostante il bevacizumab non sia un farmaco chemioterapico tradizionale, questi sintomi possono insorgere ugualmente, e durare anche per alcuni giorni. Di solito la nausea è d’intensità modesta, ed è sufficiente assumere un antiemetico. Il vomito è raro. Per chi riceve questo farmaco in associazione alla chemioterapia, le probabilità di accusare questi sintomi è decisamente più alta.

Per approfondire

Maggiori informazioni sui problemi nutrizionali sono disponibili su La nutrizione nel malato oncologico e su Neoplasia e perdita di peso - Che cosa fare?  

Dolore o ulcere del cavo orale, con o senza modeste alterazioni del gusto. Durante il trattamento, potreste avvertire una sensazione di dolore alla bocca, che potrebbe essere particolarmente secca, e potreste notare la presenza di piccole ulcere. Per prevenire quest'effetto collaterale, è importante assumere molti liquidi ed eseguire una regolare pulizia dei denti con uno spazzolino morbido. Le eventuali alterazioni del gusto scompariranno al termine della chemioterapia. Se avete uno di questi problemi, informate l’oncologo, che potrà prescrivere collutori speciali e farmaci per prevenire o curare eventuali infezioni del cavo orale.

Dolore nella parte del corpo dove si trova il tumore. Saltuariamente può venire avvertito dolore nella sede del tumore; talvolta può essere utile l’assunzione di analgesici.

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Ulteriori informazioni

Alcuni farmaci potrebbero interferire con la chemioterapia. Per questo motivo, comunicate all’oncologo quali farmaci assumete prima di cominciare il trattamento e consultatelo prima di assumere altri farmaci.

Gravidanza e fertilità. Non vi sono dati sufficienti sugli effetti del farmaco a lungo termine, per cui sono sconsigliate in modo assoluto le gravidanze durante la terapia. Se questo farmaco viene somministrato assieme ai chemioterapici, è necessario ricordare che il periodo durante il quale è sconsigliato intraprendere una gravidanza dura cinque anni dal termine della chemioterapia.

Reazioni allergiche. Il bevacizumab, come qualsiasi altro farmaco, può provocare reazioni allergiche, come lo sviluppo di un’eruzione cutanea accompagnata da prurito, rialzo termico, brividi, rossore localizzato al volto, senso di vertigini, cefalea, mancanza di respiro, ansia e aumento della minzione. Questi disturbi possono venire in forma lieve o in forma severa, e in questo caso richiedono un trattamento appropriato.

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Aimac è grata alla Divisione di Oncologia Medica dell'Ospedale Sacro Cuore Don Calabria - Negrar (VR) e in particolare ai Dott. Matteo Clavarezza, Gianluigi Lunardi, Marco Venturini e a Francesca Coati; all’Istituto Regina Elena di Roma e in particolare alle Dott. Antonia Marina La Malfa e Antonietta Coratti per la revisione critica del testo.    

Ultima revisione: ottobre 2016
Titolo originale: Bevacizumab (Avastin®)

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