Farmaci autorizzati: Bortezomib Accord®, Bortezomib Aurobindo®, Bortezomib Dr. Reddy's®, Bortezomib Eg®, Bortezomib Fresenius Kabi®, Bortezomib Hikma®, Bortezomib Koanaa®, Bortezomib Krka®, Bortezomib Medac®, Bortezomib Mylan®, Bortezomib Sandoz Bv®, Bortezomib Sun®, Bortezomib Teva®, Bortezomib Tillomed®, Bortezomib Waverley®, Bortezomib Zentiva®, Velcade® Zomielon


Introduzione

Che cos'è il bortezomib

Qual è il principio di azione

Che aspetto ha

Come si somministra

Potenziali effetti collaterali

Ulteriori informazioni

Letture consigliate


 

Introduzione

I Profili Farmacologici sono schede che danno informazioni sintetiche sui farmaci antitumorali, sul modo in cui essi si somministrano e sugli effetti collaterali cui possono dare adito. È consigliabile leggere questa scheda insieme al libretto La chemioterapia (La Collana del Girasole) - che fornisce informazioni più dettagliate e anche alcuni consigli sul modo in cui affrontare il trattamento – e alla scheda Il mieloma multiplo e altri tumori delle plasmacellule, inserendo così il farmaco nel contesto della patologia per la quale è più frequentemente usato.

Lo scopo di queste informazioni è di prepararvi al colloquio con l’oncologo in modo da rivolgergli tutte le domande cui desiderate avere una risposta relativamente al trattamento e agli effetti collaterali: l’oncologo è, infatti, l’unico che possa aiutarvi e darvi i consigli giusti per il vostro caso. Egli vi terrà sotto rigorosa sorveglianza per l’intera durata del trattamento in modo che possa controllarne gli effetti.

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Che cos'è il bortezomib

Il bortezomib, comunemente noto con il nome commerciale di Velcade®, è una sostanza che appartiene a una nuova classe di farmaci antitumorali mirati, i cosiddetti inibitori della crescita tumorale. In particolare, il bortezomib è un inibitore del proteosoma, un gruppo di enzimi presenti in tutte le cellule del nostro organismo di cui controllano la funzione e la crescita. Questa classe di molecole agisce contro i tumori in modo più selettivo rispetto alla chemioterapia tradizionale, in quanto riconosce alcune proteine che si trovano sulla parete delle cellule tumorali o all’interno della cellula, ovvero blocca i meccanismi con i quali le cellule si riproducono; siccome queste proteine si trovano solo in piccola parte anche sulle cellule sane, ne risulta che l’azione sia mirata verso le cellule tumorali. Gli inibitori della crescita tumorale possono uccidere le cellule tumorali o solamente impedire che si sviluppino.

Bortezomib in monoterapia o in associazione con doxorubicina liposomiale pegilata o desametasone è indicato per il trattamento di pazienti adulti con mieloma multiplo in progressione che abbiano già ricevuto almeno una precedente linea di trattamento e che siano già stati sottoposti o non siano candidabili a trapianto di cellule staminali ematopoietiche.

Bortezomib in associazione con melfalan e prednisone è indicato per il trattamento di pazienti adulti con mieloma multiplo precedentemente non trattato non eleggibili a chemioterapia ad alte dosi con trapianto di cellule staminali ematopoietiche.

Bortezomib in associazione con desametasone o con desametasone e talidomide è indicato per il trattamento di induzione di pazienti adulti con mieloma multiplo precedentemente non trattato eleggibili a chemioterapia ad alte dosi con trapianto di cellule staminali ematopoietiche.

Bortezomib in associazione con rituximab, ciclofosfamide, doxorubicina e prednisone è indicato per il trattamento di pazienti adulti con linfoma mantellare precedentemente non trattato non candidabili a trapianto di cellule staminali ematopoietiche.

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Qual è il principio di azione

Il bortezomib è il primo inibitore del proteosoma a essere introdotto nella pratica clinica. Il suo principio d’azione è molto innovativo e si differenzia da quello dei convenzionali farmaci antitumorali poiché influenza diversi meccanismi di regolazione agendo su più target cellulari. Il bortezomib, bloccando l’attività del proteosoma, influisce su diverse proteine fondamentali per la regolazione del ciclo cellulare. Ciò si traduce nella morte delle cellule neoplastiche.

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Che aspetto ha

Il bortezomib si presenta sotto forma di polvere (anche compattata) per soluzione iniettabile, di colore da bianco a bianco-crema.

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Come si somministra

Il bortezomib si somministra per infusione in vena (somministrazione goccia a goccia) attraverso una cannula (un tubicino sottile che viene introdotto nella vena del braccio o della mano); attraverso il catetere venoso centrale che viene inserito sotto cute in una vena vicino alla clavicola; attraverso la linea cosiddetta PICC, acronimo dall'inglese peripherally inserted central catheter, che è inserita in una vena periferica, di solito del braccio. Il bortezomib può essere somministrato anche per via sottocutanea.

Il piano di trattamento prevede di solito la somministrazione di quattro dosi in tre settimane: 2 volte a settimana per 2 settimane (giorni 1, 4, 8 e 11) e quindi una pausa di dieci giorni. In questo modo si completa un ciclo di trattamento.

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Potenziali effetti collaterali

Le reazioni ai farmaci variano da individuo a individuo. Non necessariamente gli effetti collaterali menzionati compariranno in tutti i pazienti che ricevono il bortezomib. Va, inoltre, tenuto presente che gli effetti collaterali possono variare se il trattamento è effettuato, anziché con un solo preparato, con una combinazione di farmaci.

Si descrivono di seguito gli effetti collaterali più comuni e anche i meno frequenti, mentre sono stati tralasciati gli effetti collaterali molto rari. L’obiettivo è di prepararvi ad affrontarli nel caso in cui si manifestino. È necessario comunicare all’oncologo che vi ha in cura qualunque effetto collaterale che ritenete possa essere connesso con la terapia.

Effetti collaterali comuni

Intorpidimento o formicolio a mani e piedi. Questo sintomo, che prende il nome di neuropatia periferica, è causato dall’azione tossica del bortezomib sul tessuto nervoso. Si manifesta di solito in forma lieve, ma può peggiorare con la prosecuzione della terapia. La situazione tende a migliorare gradualmente fino a normalizzarsi nel giro di qualche mese dopo la conclusione del trattamento, ma in alcune persone il danno diventa cronico e non regredisce.

Diarrea. Se si presenta, è in forma lieve (una-due scariche al giorno); raramente è severa. Può essere controllata facilmente con i comuni farmaci antidiarroici. Se si presentasse in forma severa, potrebbe essere necessario sospendere il trattamento o ridurre le dosi della chemioterapia. In ogni caso, è necessario bere molto per reintegrare i liquidi perduti

Sintomi simil-influenzali. Comprendono febbre e brividi. Possono insorgere a distanza di molte ore dalla somministrazione di bortezomib, ma non durano a lungo. È consigliabile assumere farmaci anti-infiammatori, tipo tachipirina, e bere molto.

Cefalea. Può giovare bere molto, e in ogni caso è bene informare l’oncologo, perché può essere un segno d’ipertensione arteriosa.

Temporanea riduzione della produzione di cellule ematiche da parte del midollo osseo. Può manifestarsi alcune settimane dopo l’inizio della terapia, e tende a restare stabile e modesta. La diminuzione dei globuli rossi provoca diminuzione dell’emoglobina e quindi anemia, che si manifesta principalmente con sensazione di spossatezza fisica; la diminuzione dei globuli bianchi facilita l’insorgere d’infezioni, il cui segno è la febbre, di solito con brivido; la diminuzione delle piastrine provoca ecchimosi, ossia lividi, o emorragie.

Se la terapia prevede l’associazione con i farmaci chemioterapici, le probabilità di andare incontro a diminuzione dei globuli è più alta. Per questo sarete sottoposti a esami periodici del sangue per controllare la funzionalità del midollo osseo. Qualora si verifichi una netta diminuzione del conteggio delle cellule ematiche, la somministrazione del farmaco può venire rinviata di alcuni giorni per permettere il recupero della funzionalità del midollo osseo.  Se la temperatura sale oltre 38° C o se insorgono ecchimosi o emorragie senza apparente motivo, è necessario consultare l’oncologo o l’ospedale.

Effetti collaterali meno frequenti

Nausea e vomito. Nonostante il bortezomib non sia un farmaco chemioterapico tradizionale, questi sintomi possono insorgere ugualmente, e durare anche per alcuni giorni. Di solito la nausea è d’intensità modesta, ed è sufficiente assumere un antiemetico. Il vomito è raro. Per chi riceve questo farmaco in associazione alla chemioterapia, le probabilità di accusare questi sintomi è decisamente più alta.

Per approfondire

Maggiori informazioni sui problemi nutrizionali sono disponibili su La nutrizione nel malato oncologico e su Neoplasia e perdita di peso - Che cosa fare?  

Abbassamento della pressione. Quando la pressione arteriosa diminuisce, si avvertono debolezza, sonnolenza, talvolta nausea. Se insorgono questi disturbi durante la somministrazione, è necessario avvisare l’infermiere.

Crampi addominali e stitichezza. Di solito giova bere molto, seguire una dieta ricca di fibre e svolgere un’attività fisica leggera. A volte si può fare ricorso ai lassativi.

Disidratazione. Si avverte sotto forma di debolezza, accompagnata da perdita di peso e secchezza della pelle. È necessario bere molto, anche se non se ne avverte il desiderio.

Crampi e dolori muscolari. Generalmente si presentano in forma lieve; se creano dolore persistente, può essere utile assumere un antiinfiammatorio (es. tachipirina).

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Ulteriori informazioni

Alcuni farmaci potrebbero interferire con la chemioterapia. Per questo motivo, comunicate all’oncologo quali farmaci assumete prima di cominciare il trattamento e consultatelo prima di assumere altri farmaci.

Reazioni allergiche. Il bortezomib, come qualsiasi altro farmaco, può provocare reazioni allergiche, come lo sviluppo di un’eruzione cutanea accompagnata da prurito, rialzo termico, brividi, rossore localizzato al volto, senso di vertigini, cefalea, mancanza di respiro, ansia e aumento della minzione. Questi disturbi possono venire in forma lieve o in forma severa, e in questo caso richiedono un trattamento appropriato.

Gravidanza e fertilità. Non vi sono dati sufficienti sugli effetti del farmaco a lungo termine, per cui sono sconsigliate in modo assoluto le gravidanze durante la terapia. Se questo farmaco viene somministrato assieme ai chemioterapici, è necessario ricordare che il periodo durante il quale è sconsigliato intraprendere una gravidanza dura cinque anni dal termine della chemioterapia.

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Letture consigliate

- Collana del Girasole: La chemioterapia, La nutrizione nel malato oncologico

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Aimac è grata alla Divisione di Oncologia Medica dell'Ospedale Sacro Cuore Don Calabria - Negrar (VR) e in particolare ai Dott. Paola Agnese Cassandrini, Gianluigi Lunardi, Marco Venturini e a Francesca Coati; all’Istituto Regina Elena di Roma e in particolare alle Dott. Antonia Marina La Malfa e Antonietta Coratti per la revisione critica del testo.

Ultima revisione: ottobre 2016
Titolo originale: Bortezomib (Velcade®)

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