Nell’approfondimento che il Corriere della Sera dedica oggi al linfedema, a firma di Vera Martinella, vengono riportate alcune dichiarazioni dell’Avv. Iannelli (Vice-presidente di Aimac) sul riconoscimento di questa patologia come stato di invalidità o di handicap. In particolare, l’Avv. Iannelli evidenzia il contributo decisivo del volontariato oncologico all’emanazione, il 13 Giugno del 2018 – di una nota di chiarificazione da parte dell’INPS (clicca qui per i dettagli).

Questo il passaggio dell’articolo sul Corriere:

«La disabilità connessa e conseguente al linfedema (primario o secondario), fino al 2018 non veniva riconosciuta formalmente come specifico stato di invalidità o di handicap — sottolinea Elisabetta Iannelli, avvocato e vicepresidente di Aimac (Associazione Italiana Malati di Cancro parenti e amici) —. Ma, a seconda della gravità dei sintomi, il grado del linfedema può essere lieve, moderato o severo e nei casi più gravi l’arto può deformarsi, con conseguenti gravi limitazioni nella capacità di svolgere le normali attività quotidiane, anche sociali e lavorative. Per fare chiarezza sulla condizione delle persone affette da linfedema il 13 giugno 2018 l’Inps, in risposta all’istanza congiunta di Favo (Federazione Italiana delle Associazioni di Volontariato in Oncologia), AiMaMe (Associazione Italiana Malati di Melanoma), Italf (International Lymphoedema Framework) e Sos Linfedema, ha emanato una nota contenente le linee guida sul linfedema, indirizzata a tutte le commissioni medico-legali dell’ente. «In concreto — conclude Iannelli — per avere accesso alle agevolazioni, il paziente può presentare domanda di accertamento dell’invalidità o dell’handicap mediante la procedura telematica Inps avviata dal medico che invia il certificato digitale cui l’interessato collegherà, sempre per via telematica, la relativa domanda di accertamento della disabilità all’Inps».

Leggi l’articolo completo.

Per approfondire sul linfedema, scarica il libretto di Aimac

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