Comunicato Stampa - Convegno 25 gennaio 2005
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Convegno
Invito al PRESS BRIEFING - Incontro con la stampa ore 13
(per interviste contattare l’ufficio stampa
E.C.PARTNERS Tel 3389282504)
Via Venezian 1 - Milano
Sala E - Ore 13.00/14.00
“Oggi di tumore si vive e la riabilitazione oncologica ha assunto un valore strategico nell’impostazione terapeutica”, dice Natale Cascinelli, direttore scientifico dell’Istituto Nazionale Tumori, ”ecco perché abbiamo organizzato questo convegno con il sostegno del Ministero della Salute e in collaborazione con FAVO, Federazione Italiana delle Associazioni di Volontariato in Oncologia”. Tutta la giornata esperti nazionali e internazionali si confrontano e illustrano le nuove tecniche riabilitative. “Oggi non basta prevenire il tumore, scoprirlo, curarlo” dice Loredana Maspes, commissario straordinario, dell’INT, ”è necessario impostare un approccio integrato e multidisciplinare per la proposta terapeutica che deve necessariamente tenere conto della riabilitazione. Le novità in merito intendiamo metterle in luce con questo convegno che vuole essere un evento di approfondimento clinico scientifico sulle problematiche della riabilitazione oncologica è oggi molto strutturata e differenziata a seconda della patologia, va calibrata e personalizzata sui bisogni effettivi del paziente indirizzando l’intervento ad una riabilitazione in senso globale tesa al miglioramento della qualità di vita e non solo della funzionalità d’ organo”.
Durante il convegno verranno affrontate le diverse sfaccettature della terapia riabilitativa: “A partire dagli anni 80,” sottolinea Franco De Conno dell’Istituto Nazionale Tumori e corresponsabile scientifico del convegno, ”la riabilitazione oncologica ha acquisito sempre maggiore importanza entrando a tutto titolo nel ruolo di terapia ‘oncologica’ come la chirurgia, la chemioterapia, la radioterapia e diventare dunque parte integrante del piano di trattamento del paziente. Questo risultato è stato ottenuto grazie a un continuo lavoro di informazione e sensibilizzazione di chirurghi, radioterapisti e oncologi medici da parte dei riabilitatori e grazie ad una progressiva attenzione alle problematiche funzionali dei pazienti da parte di tutta la classe medica. Inoltre il prolungamento della vita media e la maggiore sopravvivenza dei pazienti neoplastici, insieme alle recenti acquisizioni nella prevenzione e nella diagnosi precoce, hanno portato ad una maggiore richiesta di benessere, e quindi di una migliore qualità di vita, da parte del paziente. La conseguenza di ciò è che il paziente ha aumentato la domanda di riabilitazione”.
L’introduzione di tecniche chirurgiche più conservative, il sempre più frequente ricorso ai trattamenti radio e chemioterapici, l’impiego di nuovi farmaci hanno ridotto l’entità e l’incidenza di alcune sequele (ad esempio la tecnica del linfonodo sentinella nel cancro della mammella e nel melanoma ha determinato una drastica riduzione di complicanze quali dolore, limitazioni articolari, sierosità, infezioni, linfedema, portando l’incidenza di quest’ultimo dal 30-40% a meno del 3%).
Permangono le lesioni dovute al coinvolgimento diretto o indiretto di strutture muscolari, ossee, nervose, vascolari, i danni funzionali permanenti e invalidanti, indotti dalla chirurgia e dalla radioterapia, con compromissione di funzioni fondamentali come la fonazione, la respirazione, la deglutizione, la deambulazione e infine le complicanze neurologiche, a volte gravi, legate all’impiego di chemioterapici. E’ dunque parte integrante dell’iter curativo la riabilitazione corretta e personalizzata per ogni paziente. Oltre ai danni funzionali la malattia neoplastica è anche responsabile di tutta una serie di problematiche psicologiche legate alla sua diagnosi, alla paura di una possibile evoluzione e la morte, la perdita dell’integrità psico-fisica e l’autonomia, i cambiamenti relazionali con il partner e i propri familiari, la perdita del ruolo sociale e lavorativo. Tutti questi aspetti sono in INT tenuti in attenta considerazione sia nell’approccio al paziente con cancro sia nella messa a punto dei piani di trattamento dal momento che il compito fondamentale della riabilitazione è quello di prevenire e curare le sequele iatrogene, recuperare le funzioni lese, ridurre gli esiti cronici, migliorare il benessere fisico, acquisire nuovi equilibri psico-fisici, riscoprire potenzialità residue e mantenere una qualità di vita al più alto livello possibile anche nelle fasi terminali della malattia.
“Come l’assistenza domiciliare e le cure palliative anche la riabilitazione in oncologia ha preso avvio dalla capacità di “progettare e fare” propria delle associazioni di volontariato oncologico” dice De Lorenzo, presidente F.A.V.O., ”Il trattamento riabilitativo del linfedema per le donne operate al seno ha avuto inizio con l’Associazione Nazionale per le Donne Operate al Seno (ANDOS); l’Associazione Italiana Laringectomizzati (AILAR), con gli stessi malati operati alla laringe ha fatto e fa scuola di riabilitazione, mentre l’Associazione Italiana Stomizzati (AISTOM) ha messo a punto le migliori procedure di assistenza e riabilitazione per gli stomizzati. La Federazione delle Associazioni di Volontariato in Oncologia è nata proprio con l’obiettivo di porre la riabilitazione come diritto irrinunciabile nel progetto globale di miglioramento della qualità di vita dei malati di cancro. Il convegno di oggi è motivo per la FAVO di grande soddisfazione avendo avuto il merito innanzitutto di sensibilizzare il Ministero della Salute a questa problematica e di aver stimolato una produttiva collaborazione tra Istituti a Carattere Scientifico, la Rete oncologica del Piemonte, le associazioni di volontariato e numerose società scientifiche (SIPO, SIMFER, AIOM)”.
La valutazione clinico-funzionale si effettua lungo tutto l’iter di malattia, durante le terapie complementari e durante tutto il follow-up. In tal modo è possibile adattare il programma riabilitativo all’evoluzione della malattia e ai diversi bisogni del paziente. “Nel corso della prima valutazione fisiatrica”, spiega De Conno,”effettuiamo un esame clinico del paziente il più completo possibile: in particolare analizziamo le condizioni generali, lo stato cardiocircolatorio, le eventuali patologie concomitanti (diabete, ipertensione, dismetabolismi, patologie cardiache e respiratorie croniche, patologie osteo-articolari), la dinamica respiratoria di base, la presenza di dismorfismi/paramorfismi a carico della colonna e degli arti inferiori (cifosi, scoliosi, dismetrie), la postura generale, il pattern deambulatorio, le modalità di carico, la funzionalità articolare e muscolare delle principali articolazioni e gruppi muscolari. Dal momento che non possiamo elencarli tutti, ne riportiamo solo alcuni esempi: limitazioni o blocchi articolari, deficit neurologici (da interessamento del nervo toracico lungo, intercostobrachiale, plesso brachiale, toracici anteriori, toraco-dorsale), dolore, stasi linfatica, linfedema nel cancro della mammella; deficit minzionali dopo chirurgia urologica o ginecologica; limitazioni articolari, deficit neuro-muscolari (per lesione del nervo accessorio-spinale), dolore, alterazione della funzione fonatoria e deglutitoria nei tumori testa-collo; problematiche respiratorie, dolore, alterazioni posturali dopo chirurgia polmonare; deficit neuro-muscolari, limitazioni articolari, alterazione della deambulazione e della postura dopo amputazione di arto o chirurgia conservativa per sarcoma. Nei controlli successivi la nostra attenzione è diretta alla valutazione dei risultati dei trattamenti riabilitativi effettuati, dei deficit funzionali ancora presenti e di quelli tardivi (linfedema, neuropatie post-attiniche), alla prevenzione della loro cronicizzazione, ai nuovi compensi messi in atto, alla presenza di nuove e diverse disabilità. L’altro elemento in grado di condizionare il nostro lavoro è lo stato di malattia. Conoscerne lo stadio, la prognosi e le possibilità terapeutiche è di estrema importanza dal momento che da essi può dipendere la necessità di adeguare il programma, gli obiettivi e le scelte terapeutiche. Diversi sono infatti gli interventi e le finalità nei pazienti con prognosi favorevole rispetto a quelli con limitata aspettativa di vita”. Questo convegno è dedicato a stimolare l’attenzione sulla necessità di riconoscere la riabilitazione oncologica come specialistica. L’occasione di questo convegno, inoltre, permette la costituzione un autorevole Gruppo di lavoro nazionale che si impegnerà attivamente nell’elaborazione di un Censimento delle strutture riabilitative oncologiche nazionale e alla elaborazione di standard comuni di trattamento riabilitativo da diffondere come Raccomandazioni su tutto il territorio nazionale.
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