Piuttosto, in generale, una volta fatta la diagnosi e impostata la terapia in Uk si tende a mantenere il paziente a casa quando esistono le dovute condizioni, per evitare ricoveri impropri». Fermo restando che si tratta di singole sperimentazioni, secondo Elisabetta Iannelli avvocato e vicepresidente Associazione dei malati oncologici Aimac, per i medici incentivati a non prescrivere può configurarsi un conflitto d'interesse. C'è comunque una differenza forte per ora tra la via italiana all'appropriatezza - il decreto Lorenzin con i limiti alle prescrizioni diagnostiche - e quella rivelata dall'indagine inglese. «In realtà- dice Iannelli - penso che il decreto Lorenzin possa evitare che i cittadini si sottopongano, come talora accade, ad esami non necessari subendo effetti collaterali (esempio, raggi x) e comunque se fossero negati esami indispensabili ci saranno presto ricorsi dei pazienti. Le iniziative d'Oltremanica possono però costituire un precedente inquietante per il nostro Ssn».
Per Iannelli «è indispensabile nel trattamento delle principali patologie una condivisione delle scelte a livello nazionale tra stato, società scientifiche dei medici e associazioni dei pazienti. Certo, le associazioni dei malati devono responsabilizzare i cittadini su un uso ragionevole delle risorse per la sanità. Ma proprio per non sprecare devono passare messaggi chiari, trasparenti e condivisi; al congresso degli oncologi medici Aiom a Bologna presenteremo, in tal senso, un position paper sul follow up del paziente oncologico con radioterapisti, psico-oncologi e medici di famiglia per il monitoraggio della malattia e dei suoi rischi ulteriori (immunologici,
psicologici) con controlli diagnostici la cui prescrizione sia basata sulle evidenze. Crediamo che con simili approcci si evitino incidenti di percorso in grado di danneggiare i cittadini».
Mauro Miserendino