Da Corriere.it

In uno scenario monopolizzato dal Covid, alcune tra le più gravi e diffuse patologie, come ad esempio tumore e malattie cardiovascolari, perdono di rilevanza agli occhi degli adolescenti, con la conseguenza che se ne sottovalutano i rischi e cresce lo scetticismo riguardo la prevenzione. Il dato emerge dall’indagine annuale sugli stili di vita degli adolescenti che vivono in Italia realizzata da Laboratorio Adolescenza e Istituto di ricerca IARD, in collaborazione – per questo specifico aspetto – con la Fondazione De Gasperis di Milano e Aimac (Associazione Italiana Malati Cancro).

Nell’indagine – che ha interessato un campione nazionale rappresentativo di 8.500 studenti di età compresa tra i 12 e i 19 anni ed un campione milanese di oltre 2.000 casi – sono state poste alcune domande per capire quale fosse, secondo gli adolescenti, la malattia più diffusa e quale quella che causa maggiore mortalità tra tumore, malattie cardiovascolari, diabete e Covid 19.

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I risultati ottenuti relativi ai soli studenti delle scuole superiori descrivono una situazione molto articolata: se ci si riferisce alla percezione della diffusione delle diverse patologie, la percentuale attribuita al Covid-19 (26% dato nazionale contro 27,7% dato di Milano) ha fatto scendere sensibilmente il dato relativo al tumore (40,0% nel 2019 – 26,2% del 2020).

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Ma c’è un altro dato che preoccupa nel confronto passato-presente e riguarda la percezione che gli adolescenti hanno riguardo l’efficacia della prevenzione nei confronti di queste due importanti patologie. [...] Per il tumore la percentuale di chi ritiene che sia possibile fare qualcosa per prevenirlo è scesa – facendo un confronto omogeneo su un campione nazionale rappresentativo di studenti delle scuole medie inferiori – dal 61% (dato del 2017) al 37% (dato del 2021). E qui, spiegano i ricercatori, il calo non è dato dal «conflitto» con il Covid, perché la risposta era indipendente. Più probabile che derivi da una generalizzata sfiducia determinata dalla situazione complessiva in cui ci siamo trovati a vivere in questi anni.

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Che il Covid avesse monopolizzato l’attenzione di tutti era inevitabile e comprensibile, ma nel lento cammino verso un ritorno alla normalità ( sia pure continuamente messo in discussione dall’inquietante turbinio di «varianti» a cui stiamo assistendo) dobbiamo iniziare a rimettere
qualche importante «paletto» nella comunicazione, specie per quanto attiene la salute in generale.
«Non esiste solo il Covid 19 — commenta Laura Del Campo, direttore di Aimac — e purtroppo ci renderemo tristemente conto, molto prima di quanto si possa immaginare, del gravissimo impatto che avrà il blocco o il rallentamento di fondamentali attività di prevenzione della collettività, quali gli screening oncologici e laddove è possibile, come nel caso dell’Hpv, la vaccinazione. Proprio l’Hpv, vaccinazione tipica dell’adolescenza, è un campanello d’allarme, perché nell’anno Covid, un po’ come si è verificato per tutte le altre vaccinazioni, la copertura vaccinale è scesa. Il nostro impegno, in questa fase di crisi che stiamo attraversando, è proprio quello di invertire la tendenza e, attraverso un’informazione responsabile e accurata rivolta proprio agli adolescenti, far comprendere alle ragazze a ai ragazzi l’importanza della prevenzione in generale e della vaccinazione HPV in particolare

 

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