La prognosi non cambia sia che il tumore, che non rientra nei criteri di Milano, sia asportato e si attenda o che si proceda immediatamente al trapianto quando il paziente rientra nei criteri di Milano. Autorevole opinione, pubblicata nella rivista Liver Transplantation (leggi abstract originale), di chirurghi dell'Università della California di San Francisco che esplorano la strategia di trapianto: asportare il carcinoma epatico e attendere o trapiantare immediatamente nell'intento di migliorare la prognosi di sopravvivenza a 5 anni libera da recidiva. I criteri di Milano sono stati utilizzati per definire una popolazione di pazienti, secondo dimensione e numero delle lesioni tumorali, che avesse buone probabilità di sopravvivenza dopo trapianto di fegato.

L'esperienza di 'down-staging' acquisita all'Università della California di San Francisco indica che i pazienti con carica tumorale fuori dai limiti posti dai criteri di Milano che sono stati sottoposti ad ablazione del tumore e successivo periodo di attesa mostrano esiti comparabili a quelli trapiantati direttamente, che rientravano nei criteri di Milano, semplicemente perché la biologia del tumore diviene apparente agli esami radiologici durante il periodo di attesa.

Questa esperienza ha portato a due conclusioni: primo, l'estensione oltre i limiti posti dai criteri di Milano non dovrebbe avvenire senza la somministrazione di una terapia specifica contro il tumore, seguita da un periodo di attesa per diminuire il rischio di recidiva, e secondo, per i tumori entro i criteri di Milano dovrebbe essere utilizzata la stessa strategia.

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