SI CHIAMA Mage A3 ed è un antigene, cioé una sorta di "segnalatore" che solo le cellule tumorali mettono in vista sulla loro superficie, e potrebbe diventare il tallone d'Achille del tumore, grazie ad un vaccino terapeutico che mira a far riconoscere il cancro dal sistema immunitario che poi lo distrugge. Il vaccino è in fase di studio in diversi paesi del mondo per il trattamento del carcinoma polmonare "non a piccole cellule", il più diffuso (80% delle diagnosi), e si propone come un'arma in più, a fianco di radio e chemioterapia, per fronteggiare questa gravissima forma di cancro.
Riguardo la forma meno diffusa, ma altrettanto pericolosa, del carcinoma polmonare "a piccole cellule" (microcitoma) c'è invece una nuova chemioterapia in pillole, più comoda per il paziente rispetto alla tradizionale infusione endovenosa e meno costosa per il servizio sanitario.
Gli ultimi risultati della ricerca sul vaccino terapeutico sono stati illustrati e discussi di recente in un incontro tra oncologi e ricercatori presso l'Auditorium GlaxoSmithKline (Gsk) di Verona. In sintesi: si è registrata una riduzione del 27% del rischio di ricomparsa della malattia nei pazienti con tumore del polmone "non a piccole cellule" che avevano ricevuto il vaccino dopo l'intervento chirurgico. La riduzione del rischio è arrivata al 43% nel sottogruppo di malati individuati come più sensibili alla nuova strategia in base ad appositi test genetici. La successiva fase della sperimentazione coinvolgerà 2.270 pazienti positivi all'antigene tumorale Mage-A3.
Sul microcitoma invece il progresso riguarda le cure tradizionali. La molecola topotecan si è dimostrata efficace anche per bocca e non solo per infusione endovenosa e può raddoppiare la sopravvivenza. La somministrazione in compresse inoltre non richiede più l'ospedalizzazione per la cura, con un risparmio di 1.638 euro per singolo caso trattato.

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