marta storiaChi sei? Parlaci un po’ di te

Ciao sono Marta, laureata in psicologia clinica e volontaria per il servizio civile presso l'Aimac. Oltre ad essere una volontaria sono una ex paziente oncologica che, ad oggi, sta bene e ha ripreso a pieno ritmo la sua vita in mano.
Era il 2012 quando, per problemi di udito all'orecchio destro, inizio a fare dei controlli (esami audiometrici, esami vestibolo-cocleari) senza però avere delle risposte certe sulla causa della mia sordità (perdita del 70% di decibel); quindi i medici che mi hanno seguito in questa prima fase di indagine, decidono di prescrivere una risonanza magnetica che alla fine rivelerà un neurinoma del nervo acustico, tumore benigno del cervello che colpisce nello specifico l'apparato uditivo. I miei genitori e mio fratello, che non finirò mai di ringraziare, hanno saputo prima di me la notizia poiché io ero a Messina per l'università e hanno atteso il mio rientro a casa per comunicarmelo di persona.

Arriviamo alla comunicazione della tua diagnosi, come ti sei sentita in quel momento?

La notizia mi è stata data da mio fratello e, in quel momento, la mia risposta è stata "lo sapevo" perchè ho sempre pensato che la sordità doveva essere causata da qualcosa, dunque, me lo aspettavo. Dopo più o meno una settimana (era il mese di aprile), sono partita per Roma per fare la prima visita con l'otorino che mi ha seguito in tutto il percorso, sono stata operata a luglio in una clinica di Piacenza trovata dai miei genitori e da mio fratello e in cui opera l'otorino con tutta l'equipe di medici, infermieri, psicologi, oss e tutto il personale con cui mi sono trovata benissimo e che mi hanno letteralmente salvato la vita. In riferimento al salvarmi la vita, devo dire che, nonostante il tumore fosse benigno, la massa era talmente grande che mi avrebbe lasciato poco più di 2 mesi di vita. Ho pensato sin dall'inizio di essere molto fortunata poiché, a differenza di altre persone, io una soluzione ce l'ho avuta e grazie ad essa oggi mi trovo qui a raccontare la mia esperienza. 

Chi ti è stato accanto?

La mia famiglia è stata il fulcro della mia forza, sia per non abbattermi in modo da non dar loro dispiacere e sia come fonte per potercela e dovercela fare. E' stato fondamentale credere in me stessa e pensare da subito "CE LA FARÒ" ed effettivamente ce l'ho fatta. Altre persone che mi sono state molto vicine, sono stati i miei amici e le mie amiche, grazie ai quali ho avuto la possibilità di poter ricominciare ad uscire (ho avuto problemi di equilibrio quindi dovevo sempre avere accanto una persona per evitare di cadere) e fare tutto ciò che facevo prima.

Credi che il percorso che hai/stai affrontando ti abbia resa una persona diversa?

Mi sento una persona migliore dopo questa esperienza, ho iniziato ad apprezzare e ad assaporare tutti quei piccoli dettagli a cui prima non facevo caso. Credo di essere stata molto fortunata e di essermi trovata nel posto giusto al momento giusto,

Com’è avvenuto il tuo incontro con Aimac?

Il mio incontro con Aimac è avvenuto grazie al tirocinio post lauream, dettato dalla volontà di volermi trovare dall'altra parte ovvero, dalla parte di chi deve supportare e dare informazioni a chi riceve una diagnosi di tumore. Mi sono trovata talmente bene che, dopo aver concluso il tirocinio, ho deciso di continuare a restare all'Aimac come volontaria del servizio civile. 

Chi sei oggi?

Oggi sono Marta, un mix tra la persona che ero prima dell'intervento e la persona che sono diventata dopo. Amo ancora di più la mia vita, mi meraviglio per le piccole cose, mi circondo di persone che mi fanno stare bene, vivo a Roma e la sceglierei altre mille volte, ma ogni volta che torno a casa mia a Vibo Valentia Marina e vedo il mio mare, è come se fosse la prima volta. 

Vi ringrazio per questa opportunità 
Marta

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