Il cancro è entrato nelle nostre vite e probabilmente si è trovato talmente bene che ha pensato di essere imparziale colpendo entrambi.
Luglio 2019, mancava una settimana alla partenza per la Sardegna, Angela, mia moglie, fu chiamata dall'ospedale dove si era sottoposta ad una mammografia di routine. Fu eseguita una ecografia, poi una risonanza che richiese un agoaspirato.
Dopo qualche giorno la sentenza: Carcinoma lobulare seno sinistro.
Si è fermato il mondo, non ci capacitavamo di questo Tsunami che ci stava travolgendo.
La senologa, professionista di notevole empatia, ci suggerì di partire, oramai eravamo ai primi di agosto e la vacanza ci avrebbe dato modo di recuperare un po’ delle energie necessarie per affrontare, al nostro rientro, l'intervento e il conseguente decorso.
Partire ci ha dato modo di mettere il mare tra noi e il mostro.
Una volta arrivati, gli amici di sempre ci chiesero il motivo del nostro tardato arrivo, in quell'occasione scoprii che Angela parlava molto liberamente della sua situazione e questo è stato il suo modo di metabolizzare il problema anche in seguito e lo è ancora oggi.
Arrivò ottobre e l'intervento con mastectomia e scavo di resezione linfonodi del braccio sinistro. Nella serata fu nuovamente riportata in sala operatoria per drenaggio dell’ematoma che si era formato nel corso dell'intervento, con somministrazione di ulteriore anestesia generale, una ulteriore complicazione.
Superato il post-operatorio, l'oncologa ci comunicò che la terapia consisteva in una compressa di LETROZOLO da assumere quotidianamente contemporaneamente al ciclo di radioterapia.
Successivamente fu asportato anche il capezzolo precedentemente risparmiato, perché risultò contaminato da cellule cancerose.
Tutto sembrò procedere tranquillamente, finché nel febbraio 2020 una TAC di controllo evidenziò un problema al rene dx per cui si consigliava un consulto urologico.
Il referto arrivò, come al solito al mio indirizzo email e fu un colpo così ben assestato che mi intontì per alcuni giorni, nei quali cercai la forza di dare a mia moglie la notizia. Avrei tanto voluto fosse un medico a farlo per rispondere a tutte le sue domande, come avrei potuto trovare la forza per essere io a dirglielo?
A sua insaputa, fissai una visita urologica e gliela presentai come un controllo. Ammetto di essere stato vigliacco, ma temevo che darle la notizia e poi attendere la visita prima di avere delucidazioni, sarebbero stati giorni terribili e lo stress con cui convivevamo era già più che sufficiente.
L'urologo ci spiegò che si trattava di un carcinoma di 4 cm., di origine primaria, quindi non metastatico relativamente al seno, e che si sarebbe potuto aspirare con la tecnica della termoablazione, ci spiegò anche che essendo asintomatico se non avesse fatto la TAC non se ne sarebbe mai accorta, in pratica un evento fortuito ma positivo.
Nonostante tutto non riuscimmo a leggerlo in questo senso e non fu facile digerire anche questa ulteriore diagnosi.
In aprile, ulteriore ricovero per la termoablazione, con le restrizioni dettate dal COVID. Fu molto doloroso accompagnare Angela al mattino e tornarmene a casa aspettando di avere notizie, tra l'altro in questa occasione la vidi particolarmente preoccupata e negativa, cosa che prostrò entrambi, ma questo intervento fu decisamente meno problematico del primo ed il recupero fu molto più semplice.
Arrivò poi a marzo il momento della ricostruzione del seno.
A giugno ci fu il matrimonio di Andrea, il nostro secondo figlio, si stava faticosamente uscendo dalla pandemia e i preparativi furono un ottimo motivo per non pensare a quello che ci aveva travolto, anzi ci sembrò quasi di voltare pagina con un evento di gioia e grande emozione, Angela ci tenne ad essere in splendida forma ed elegantissima, io la sostenni e incoraggiai, volevamo prenderci una piccola rivincita.
La cura di mantenimento proseguì e tutto sembrò sotto controllo fino al novembre 2022 quando dall'ennesima TAC fu rilevata la localizzazione in lamina colon ascendente di CA compatibile con origine mammaria, ulteriore serie di esami e cura modificata. Iniezione mensile, su entrambi i glutei da fare in ospedale.
Tutto andò bene fino alla primavera del 2024, quando i marcatori iniziarono a risalire, l'oncologa disse che qualche lieve rialzo poteva non destare preoccupazione, avremmo atteso la TAC di luglio.
Biglietti del traghetto per la Sardegna in tasca, valigie quasi pronte ed arrivò l'ennesima doccia fredda il problema al colon era peggiorato, cura sospesa, nuova serie di esami, naturalmente vacanze annullate in attesa degli esiti degli approfondimenti. Partimmo per una settimana sull'Adriatico, rimanere a Milano in attesa sarebbe stato uno stillicidio.
Eravamo in spiaggia il 7 agosto quando ricevemmo la telefonata dell'oncologa che ci prospettò una serie di cicli di chemioterapia, le lacrime rigavano copiosamente il volto di mia moglie, come non capirla...
Dopo qualche giorno rientrammo in città, ad Angela fu impiantato un PICC sul braccio destro per favorire un accesso venoso e la somministrazione della chemio.
Ogni settimana la accompagnavo in ospedale, attesa per accettazione, poi prelievo ematico , poi attesa visita oncologica, poi attesa somministrazione del farmaco, i nostri martedì erano scanditi dalle attese tra decine di persone con lo stesso problema, chi più grave chi meno, di età variabile.
Unitamente alla chemio le veniva somministrato un antistaminico per prevenire eventuali reazioni allergiche, al rientro a casa era intontita ed andava a letto dove dormiva per ore.
Va detto che questo tipo di farmaco non diede grandi effetti collaterali, fino alla comparsa di microtrombi sotto le unghie di mani e piedi, problema che, ci fu spiegato, sarebbe regredito una volta completata la cura.
La caduta dei capelli fu però un ulteriore evento con cui fare i conti, Angela non ne volle sapere di parrucche, fortunatamente ci stavamo avviando verso l'autunno e risolse il problema con vari cappellini.
Arrivò anche il mio momento, nel maggio 2024 un controllo del PSA rilevò un valore 5,92. L'urologo, dopo una eco, mi prescrisse una RM, attesi 5 mesi in perfetta linea con i tempi del SSN, il referto segnalo un PI-RADS 5 che mi fu spiegato essere significativo di una probabile problematica cancerogena per cui si rese necessaria una biopsia.
Fissai un consulto con un urologo presso la struttura che seguiva Angela, sarebbe stato disastroso avere visite e terapie in due strutture ospedaliere diverse, considerato che i nostri figli vivono in un'altra città e ci gestiamo tutto autonomamente.
Lo specialista confermò la quasi certezza del problema, mi predispose: Scintigrafia, TAC e biopsia.
Scintigrafia e Tac dettero esito negativo alla presenza di formazioni sospette.
Il 31.12 mentre tutti si accingevano a festeggiare il Capodanno, io mi sottoposi alla biopsia prostatica che non fu proprio una passeggiata.
Fortunatamente degli amici si offrirono di accompagnarmi, volle venire anche Angela pur in condizioni di salute complicate per una influenza che aveva indebolito le sue già scarse energie.
A gennaio 2025 i referti di Angela erano incoraggianti, tanto che l'oncologa decise di sospendere la chemioterapia e ci lasciammo con l'impegno di rivederci a giugno dopo aver eseguito TAC e MOC.
Nel frattempo fu il mio turno di avere la conferma: carcinoma acinare Gleason 4+3=7 quindi intervento da programmare.
L'attesa per l'intervento, mi fu detto variare da 8/9 mesi, ma in alternativa lo stesso urologo che mi stava seguendo aveva l'opportunità di eseguire l'intervento con tecnica robotica a Roma, lì il tempo di attesa si riduceva a 1 mese, accettai anche se dovetti sostenere il costo della degenza, mi furono indicati gli esami da predisporre e una volta ottenuti i referti, il giorno stesso in cui li trasmisi alla clinica romana mi fu indicata la data dell'intervento per il venerdì successivo.
Andai a Roma solo, non volli che Angela mi accompagnasse in quanto debilitata dalla chemio, soggiornare in una struttura ospedaliera, sarebbe stato rischioso in quanto avrebbe potuto essere contagiata dal primo batterio vagante.
Anche Matteo, il mio figlio più grande, si propose per accompagnarmi, ma aveva da poco iniziato un nuovo lavoro e non volevo si mettesse subito in cattiva luce.
Fortunatamente avevo dei cari amici con i quali condividevamo le vacanze in Sardegna che risiedevano a Roma e che furono davvero molto disponibili e che non mi lasciarono solo un giorno.
Tornai a Milano e iniziai la convalescenza con difficoltà nella gestione della continenza urinaria. L'esame istologico rilevò che i linfonodi non erano stati contaminati, ma furono trovate tracce della patologia nelle vescicole seminali asportate.
L'urologo sulla base del PSA 0,05 mi suggerì di mantenere sotto controllo trimestrale i valori e per il momento escluse anche la radioterapia, da valutare se si verificassero cambiamenti sospetti.
A maggio andremo in Sardegna per due settimane, ne abbiamo un enorme bisogno. Nel contempo ho acquistato anche i biglietti per l'estate, augurandoci che la TAC di fine giugno non ci riservi sorprese, nel qual caso annulleremo ancora una volta, ma fare programmi è la terapia più efficace per non cadere nell'apatia e per trovare la forza di guardare avanti.
Sono 6 anni che combattiamo, a questi problemi se ne sono aggiunti altri, non attinenti alle patologie, ma che come per tutti la vita ti riserva, sono stato accanto ad Angela come meglio ho potuto, occupandomi di lei, accompagnandola ovunque, attendendo con lei ore ed ore tra visite e terapie, aiutandola a lavarsi dopo gli interventi, quando ho scoperto di avere anche io il problema, non ho avuto nemmeno il piacere dello sconvolgimento, sconvolto lo ero già e affrontai quello che arrivò come una normale routine alla quale ero ben avvezzo.
Questa è la nostra storia piena di colpi di scena che cerchiamo di vivere come meglio possiamo sperando in qualche momento di spensieratezza.