Che cos’è

La diagnosi

Lo stadio della malattia

Come si cura

Trattamento in base all'estensione della malattia


 

Che cos’è

Il cancro del pene è una malattia rara caratterizzata dalla presenza di cellule tumorali sulla cute o anche nei tessuti interni che costituiscono il pene.

Gli uomini che alla nascita non sono stati sottoposti a circoncisione e che quindi hanno preservato il prepuzio hanno un rischio più elevato di sviluppare questa malattia. Oggi è noto che la circoncisione riduce il rischio di tumore del pene in quanto migliora l’igiene personale.

Le cause rimangono sconosciute, ma è innegabile che il restringimento dell’orifizio prepuziale agisca come fattore predisponente impedendo una corretta igiene personale, con conseguente ristagno delle secrezioni che, attraverso un'azione irritativa cronica, esplicano l’effetto cancerogeno. Inoltre, il restringimento dell’orifizio prepuziale rende impossibile un’adeguata e completa ispezione di glande e solco, per cui è elevata la frequenza di infezioni virali da HPV (ceppi 5-16-18) misconosciute e quindi non adeguatamente curate. Si tratta dello stesso virus responsabile dell’aumento del rischio di tumore della cervice uterina nelle donne.

È indispensabile recarsi dal medico di famiglia in presenza di rigonfiamenti, anche se non dolorosi, o di alterazioni del normale aspetto della pelle sull’asta, oppure di perdite anomale o di sanguinamento dal pene.

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La diagnosi

In presenza di questi sintomi, il medico esamina attentamente il pene e lo tasta per individuare la presenza di eventuali noduli. Se ritiene che il pene abbia un aspetto anomalo o se avverte la presenza di noduli, consiglia di eseguire una biopsia.

Le probabilità di guarigione (prognosi) e la scelta del trattamento dipendono dallo stadio della malattia (se è circoscritta al pene o se si è diffusa ad altri organi), nonché dalle condizioni generali di salute.

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Lo stadio della malattia

Una volta confermata la presenza del tumore, è necessario eseguire ulteriori accertamenti per verificare se le cellule tumorali si sono diffuse ad altre parti dell'organismo (stadiazione). La definizione dell’estensione del tumore primitivo e dell’eventuale coinvolgimento dei linfonodi regionali è importante per la scelta del trattamento più indicato. Il cancro del pene si classifica come segue:

- carcinoma in situ: lesione che si presta sempre a un trattamento conservativo;

- carcinoma T1: tumore che infiltra il connettivo sottoepiteliale (oltre il 60% dei casi);

- carcinoma T2: le cellule tumorali si sono infiltrate in profondità nel corpo spongioso del glande o nei corpi cavernosi, con il rischio di invasione lungo i corpi stessi;

- carcinoma T3-T4: le cellule tumorali si sono estese all’uretra prossimale, alla prostata, alla radice del pene, allo scroto o anche al perineo. Rappresenta un'evenienza rara.

Molto importante per definire il rischio di sviluppare metastasi ai linfonodi inguinali è il grado di malignità (G1-2-3) della neoplasia. Raramente il tumore del pene dà metastasi a distanza.

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Come si cura

Le opzioni terapeutiche attualmente disponibili per il trattamento del cancro del pene sono:

  • chirurgia;
  • radioterapia;
  • chemioterapia;
  • terapia biologica.

La chirurgia è il trattamento più comune per tutti gli stadi del tumore del pene. Il chirurgo può decidere di asportare il tumore attuando uno dei seguenti tipi d'intervento:

- escissione locale ampia: consiste nella sola asportazione del tumore con un ampio margine di tessuto sano circostante;

- circoncisione: è l'asportazione del prepuzio;

- penectomia: è l'intervento di asportazione del pene. È il trattamento più comune e più efficace per il cancro del pene. Può essere parziale se si asporta solo una parte del pene, oppure totale se il chirurgo rimuove l'intero pene. In alcuni casi comprende anche la dissezione dei linfonodi inguinali;

- microchirurgia: consente di rimuovere il tumore riducendo quanto più possibile il margine di tessuto sano asportato. L'uso di un microscopio consente al chirurgo di essere certo di asportare tutte le cellule tumorali;

- laserchirurgia: consiste nell'utilizzo di un fascio di luce intenso per colpire e distruggere le cellule tumorali;

- criochirurgia (o crioterapia): consiste nell'utilizzo di uno strumento che congela le cellule tumorali, provocandone la morte grazie al freddo.

La radioterapia (detta anche terapia radiante) utilizza radiazioni ad alta frequenza per distruggere le cellule neoplastiche e ridurre le dimensioni del tumore. Le radiazioni possono essere erogate da una macchina esterna all'organismo (radioterapia esterna) oppure la sostanza radioattiva (radioisotopo) può essere immessa direttamente nella lesione per mezzo di aghi introdotti sotto guida radiologica (brachiterapia). Può essere usata da sola o in associazione alla chirurgia.

Per saperne di più: vedi La Radioterapia

La chemioterapia è la modalità terapeutica che distrugge le cellule tumorali attraverso la somministrazione di farmaci, che possono essere assunti per bocca in forma di compresse, oppure iniettati per via endovenosa o intramuscolare. La chemioterapia si definisce trattamento sistemico, perché il farmaco entra nella circolazione sanguigna, si diffonde nell'organismo e in questo modo può raggiungere e distruggere anche le cellule tumorali che si sono diffuse a distanza. Nel caso del cancro del pene, se la lesione è molto piccola e superficiale (stadio 0), la chemioterapia può anche essere somministrata localmente sulla cute del pene sotto forma di pomata al fluorouracile, un farmaco chemioterapico.

Per saperne di più: vedi La Chemioterapia

 

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Trattamento in base all'estensione della malattia

La scelta della terapia dipende dalla sede e dallo stadio del tumore, dall'età e dalle condizioni generali del paziente.

Lo specialista può proporre il trattamento standard per la sua dimostrata efficacia, confermata da esperienze precedenti, oppure la partecipazione a uno studio clinico. La terapia standard non funziona necessariamente per tutti i pazienti e a volte comporta più effetti collaterali di quanto si pensi. Per tale motivo si conducono studi clinici allo scopo di individuare modi più efficaci di trattamento, basandosi sulle informazioni più aggiornate al momento disponibili. 

Carcinoma in situ

Le opzioni terapeutiche sono le seguenti:

- chirurgia (microchirurgia o laserchirurgia o criochirurgia);

- chemioterapia locale (pomata al fluorouracile).

Carcinoma T1

Le opzioni terapeutiche sono le seguenti:

- chirurgia (escissione ampia o circoncisione in casi selezionati o microchirurgia o laserchirurgia o criochirurgia);

- radioterapia esterna o brachiterapia.

Carcinomi T2-T4

Le opzioni terapeutiche sono le seguenti:

- chirurgia (penectomia parziale, totale o radicale); o

- radioterapia più chirurgia (penectomia) o brachiterapia;

- linfadenectomia (asportazione profilattica dei linfonodi inguinali).

Coinvolgimento linfonodale

A seconda del caso, le opzioni terapeutiche sono le seguenti:

- chirurgia (penectomia con dissezione bilaterale dei linfonodi inguinali); o

- chirurgia (penectomia) più chemioterapia somministrata prima dell’intervento, a scopo neoadiuvante, o dopo l’intervento, con finalità precauzionale o adiuvante;

- chemioterapia neoadiuvante seguita da chirurgia demolitiva (penectomia con dissezione bilaterale dei linfonodi inguinali).

Presenza di metastasi a distanza

La terapia ha scopo palliativo, ossia punta ad alleviare i sintomi. Le opzioni terapeutiche sono le seguenti:

- chirurgia (escissione locale o microchirurgia o penectomia);

- radioterapia e/o chemioterapia palliativa.

Carcinoma recidivante

In questo caso le opzioni terapeutiche sono le seguenti:

- chirurgia (penectomia);

- radioterapia; o

- chemioterapia palliativa.

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Aimac è grata al Dott. Andrea Necchi (Struttura Complessa di Oncologia Medica 2, Fondazione IRCCS Istituto Nazionale dei Tumori di Milano) per la revisione critica del testo.


Ultima revisione: dicembre 2016  
Titolo originale: Penis Cancer Treatment (PDQ®)

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