di Mariapaola Salmi
Cambia rapidamente l'approccio diagnostico e terapeutico ai tumori maligni del cervello - in particolare i gliomi più frequenti tra i 35 e i 60 anni - come evidenziato al simposio su "Progressi nella biologia e cura dei gliomi cerebrali maligni e cellule staminali", organizzato all'Università Cattolica di Roma. Strumenti sofisticati quali i "neuronavigatori", risonanza magnetica funzionale pre e intraoperatoria, laser e aspiratori a ultrasuoni, permettono di asportare il tumore limitando i danni alle aree "critiche" del cervello.

Non solo. "Possiamo somministrare farmaci antitumorali nel tessuto cerebrale infiltrato dalla neoplasia risparmiando le cellule sane", sottolinea Giulio Maira, direttore dell'Istituto di neurochirurgia del Policlinico Gemelli di Roma e presidente di Associazione Atena onlus, che enfatizza le sperimentazioni in atto per tentare di recuperare paralisi permanenti conseguenti a trauma spinale, ottenute con il trapianto di cellule neuronali sensitive contenute nella mucosa olfattiva le quali sarebbero in grado di attivare il tessuto nervoso residuo dalle aree danneggiate di midollo spinale. L'attenzione degli scienziati in realtà, è rivolta alle infinite potenzialità delle cellule staminali. "Queste ricerche", osserva Maira, "contribuiranno allo sviluppo di una neurochirurgia riparativa e ricostruttiva, anziché demolitiva".
Le sperimentazioni più avanzate riguardano l'impiego di cellule staminali neurali modificate geneticamente in laboratorio in modo da Ngf, il fattore di crescita neuronale, e l'altro di costruire una proteina fluorescente che permette di seguire il percorso delle staminali. Bisogna capire, inoltre, il comportamento delle cosiddette cellule tumorali "simil-staminali" presenti nei gliomi maligni. "Per ora sappiamo che esse impiantate in un glioblastoma diffonono rapidamente, questo comportamento le rende candidate ideali a veicolare farmaci antitumorali". Gaetano Finocchiaro dell'Istituto Carlo Besta di Milano, "Vorremmo creare un ponte tra cellule staminale e immunoterapia, issua dirigere l'immuno-soppressione verso le cellule tumorali simil-staminali". Che potrebbe significare tra qualche anno, vaccinazione su target cellulari mirati.

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