L'angiogenesi funziona su cinque diverse forme di cancro di Giampietro Gasparini*
Il convegno della American Society of Clinical Oncology ha definitivamente comprovato l'efficacia clinica degli inibitori dell'angiogenesi tumorale. Il processo di angiogenesi, la capacità di neoformare vasi sanguigni, è indispensabile per la crescita tumorale e lo sviluppo delle metastasi. Il principale fattore che stimola la neovascolarizzazione, il VEGF (vascular endothelial growth factor) può esser bloccato con terapie a base di anticorpi o con piccole molecole che interferiscono con l'attività dei suoi recettori cellulari.
L'anticorpo anti-VEGF Bevacizumab, già approvato l'anno scorso dalla Food and Drug Administration per la terapia dei tumori del colon-retto, è stato testato con successo in altre patologie. Nel tumore del rene metastatico Bevacizumab è attivo dopo il fallimento dei trattamenti immunoterapici convenzionali.
Studi clinici controllati nordamericani presentati al Convegno hanno dimostrato che Bevacizumab in combinazione con la chemioterapia è risultato essere significativamente più efficace della sola chemioterapia standard nei tumori del polmone e nei tumori mammari. Particolarmente rilevanti sono i risultati ottenuti nel tumore polmonare, una patologia poco responsiva ai trattamenti antitumorali convenzionali, dove Bevacizumab ha incrementato la sopravvivenza dei pazienti con tumore metastatico.
Altri due inibitori dei recettori VEGF, BAY43-9006 e SU11248, entrambi somministrabili per bocca, sono risultati essere attivi nei tumori del rene e quest'ultimo anche nei tumori stromali gastrointestinali (GIST) resistenti all'Imatinib.
Altri composti quali ZD6474 e AG-013736, in una fase di sperimentazione più precoce, hanno evidenziato interessante efficacia antitumorale. Vatalanib (PTK787) è anch'esso attivo nei tumori intestinali, anche se la definizione della sua reale efficacia necessita di ulteriori studi. Altri 15 composti antiangiogenici che agiscono con differenti meccanismi sono in sperimentazione clinica dei quali si attendono dati nei prossimi due anni.
L'Oncologia dell'Azienda Ospedaliera San Filippo Neri di Roma è un centro di riferimento internazionale per gli studi sui farmaci antiangiogenici. Per prima a livello europeo e nazionale ha testato il talidomide, l'SU5416 e il Bevacizumab. Ora coordina due studi clinici con Bevacizumab nei tumori del colon e del retto ed è coinvolta in studi internazionali con SU11248 (tumori del rene), AG013736 (tumori della mammella) e in sperimentazioni con la chemioterapia metronomica (i chemioterapici somministrati in modo continuativo o a brevi intervalli hanno anch'essi un effetto antiangiogenico) in vari tipi di tumore.
L'inibizione dell'angiogenesi tumorale ha il vantaggio di essere un trattamento selettivo, generalmente ben tollerato; in molti casi, potenzia l'efficacia terapeutica delle terapie convenzionali.

* Direttore, Oncologia Medica Azienda Ospedaliera San Filippo Neri - Roma

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