Lo scorso 8 aprile si è tenuto a Milano il workshop su "Tecnologie mobili per il supporto ai malati di cancro". L'evento ha rappresentato l'occasione per presentare i risultati di un sondaggio lanciato dal CeRGAS (Centro di Ricerche sulla Gestione dell’Assistenza Sanitaria e Sociale) dell’Università Bocconi relativo ad un progetto internazionale sulla tecnologia come strumento per migliorare la qualità della vita dei pazienti oncologici.

Aimac, tramite i suoi punti informativi, in collaborazione con l'ECPC (European Cancer Patient Coalition), ha partecipato al sondaggio, attivandosi per la sua compilazione da parte dei malati.

Il dibattito, partendo dai risultati dell'iniziativa di ricerca della Bocconi, si è concentrato sull'impatto che le tecnologie mobili possono avere sull'assistenza ai malati oncologici, sulle barriere che limitano tale impatto, e sul potenziale che potrà essere sviluppato in futuro.

A margine dell'evento, il Prof. De Lorenzo ha rilasciato alcune dichiarazioni a NCF - Notiziario Chimico Farmaceutico:

«I risultati di questo sondaggio confermano la necessità di incentivare l’utilizzo della mhealth per consentire al malato di cancro di avere una maggiore centralità in tutte le fasi della malattia. All’inizio, quando il malato ha bisogno di conoscere e approfondire la diagnosi e il trattamento, il rapporto personale con il medico è fondamentale. Purtroppo però il tempo limitato a sua disposizione non consente il trasferimento efficace o completo delle informazioni. Per rispondere a questo bisogno di sapere, AIMAC ha prodotto diversi opuscoli, approvati da tutti gli istituti a carattere scientifico sui tumori, che i pazienti possono scaricarsi gratuitamente dal nostro sito www.aimac.it. Attraverso un sondaggio abbiamo verificato e confermato l’efficacia di questi strumenti. Nelle fasi successive della malattia, o comunque superata la fase acuta o della somministrazione del trattamento in ospedale, si perde la centralità del paziente, che si trova a casa da solo. Difficilmente un paziente o i suoi famigliari riescono a mettersi in contatto con il medico, un ambulatorio o la struttura ospedaliera senza passare dal pronto soccorso o attendere diverso tempo. Eppure, come abbiamo sperimentato, basterebbe mettere a disposizione un’infermiera, contattabile via cellulare, per ripristinare la centralità del malato, che in questo modo può essere aiutato a gestire gli effetti collaterali. Chiaramente è un qualcosa su cui bisogna lavorare, perchè non è possibile fornire un servizio di questo tipo in assenza di adeguate infrastrutture del SSN. Siamo comunque fiduciosi, dal momento che anche la Commissione Europea ha creato un gruppo di lavoro, a cui partecipa anche AIMAC, per incentivare e regolamentare l’uso della mhealth».

È possibile leggere l'articolo direttamente sul sito NCF a questo link.

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