L’esame di un campione di espettorato consente in due casi su tre una diagnosi precoce

di Luigi Cucchi
La diagnosi precoce è fondamentale per l'avvio di cure tempestive del tumore al polmone. Lo hanno confermato oncologi e ricercatori riuniti a Verona, all'Auditorium GSK dove si è tenuto un Focus sui trattamenti più innovativi di tumore polmonare. Le terapie sono efficaci quando si aggredisce la malattia in fase precoce. Un nuovo test, messo a punto negli Stati Uniti dall'equipe di Steven Belinsky, direttore di Lung Cancer Program di Albuquerque, consente di identificare le cellule cancerose un anno e mezzo prima che si manifesti il tumore.  Questa indagine, che avviene attraverso l'esame di un campione di espettorato polmonare, ha dimostrato di poter individuare in due pazienti su tre il formarsi della neoplasia. Le ricerche avanzano, si cerca di aumentare la sensibilità nell'individuazione dei geni correlati allo sviluppo delle cellule tumorali che nel polmone presentano quattro diverse tipologie: il carcinoma squamoso, l'adenocarcinoma e il carcinoma a grandi cellule, rappresentano più dell'80 per cento delle forme tumorali. Vi è poi una quarta forma,  il tumore a piccole cellule o microcitoma che non può, per le sue ridotte dimensioni, essere trattato chirurgicamente. Le cure si basano soprattutto su radioterapia e farmaci. La sopravvivenza a cinque anni di questa neoplasia (in crescita nelle donne per la diffusione del fumo di sigaretta, diminuisce negli uomini), è inferiore all'1 per cento dei pazienti. A Verona il professor Andrea Ardizzoni, direttore dell'oncologia medica dell'Azienda ospedaliera universitaria di Parma ha illustrato l'evoluzione dei trattamenti farmacologici negli ultimi dieci anni. Sono sempre più adottate scelte terapeutiche personalizzate sulla base della tollerabilità, della qualità di vita e della crescita degli indici di sopravvivenza, anche quando si è in presenza di microcitoma, la neoplasia più temibile dell'albero respiratorio. L'Agenzia regolatoria europea ha autorizzato per la cura del microcitoma l'impiego di topotecan, un antitumorale che ha dimostrato di aumentare la sopravvivenza e di migliorare la qualità di vita dei pazienti. I tumori polmonari a piccole cellule – ha precisato il professor Filippo De Marinis,  direttore di oncologia polmonare al San Camillo di Roma – tendono a disseminarsi rapidamente con una velocità doppia rispetto ad altre neoplasie. La presenza del carcinoma a piccole cellule – ricorda il professor Vittorio Scagliotti dell'ospedale San Luigi di Orbassano - è direttamente correlata al fumo di sigaretta. Il tumore polmonare si manifesta in un grande fumatore su otto.
Il carcinoma polmonare è per l'uomo, in Europa e nel Nord America, la prima causa di morte neoplastica. Questa patologia costituisce il 21 per cento di tutti i casi di tumore ed è responsabile del 29 per cento dei decessi.  Sono 35-40mila gli italiani ai quali ogni anno è diagnosticato un tumore polmonare. È il più diffuso, dopo il carcinoma prostatico ed il tumore alla mammella nella donna. Questo grande killer colpisce soprattutto gli uomini tra i 55 e i 70 anni ed è diagnosticato solo in fase avanzata. La sopravvivenza a cinque anni è tra il 10 e il 15 per cento dei pazienti, sale al 70 per cento quando il carcinoma è individuato al primo stadio. La grande diffusione del tumore al polmone è un fenomeno recente. È la forma neoplastica con mortalità più elevata: 335mila decessi all'anno in Europa, contro i 200mila per i tumori del colon ed i 125mila per il tumore al seno. L'Associazione italiana malati di cancro (www.aimac.it) formisce a tutti informazioni sul carcinoma polmonare ed ha realizzato un'organica pubblicazione su questa diffusa neoplasia in tutti i Paesi occidentali.
 

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