Cognetti: "Chi ne parla in pubblico ci aiuta a curare i nuovi pazienti"
"Queste testimonianze sono molto importanti e non è necessario che provengano da personaggi popolari - dice lo specialista -. Anzi per certi versi può essere più significativa l'esperienza della gente comune. Sono per chi ascolta vere iniezioni di fiducia. Oggi di cancro si guarisce purchè la diagnosi sia precoce e il trattamento tempestivo. Ed è bene che a ricordarlo non siano soltanto i medici".
Dai tumori si guarisce?
"Nei Paesi occidentali il 50 per cento dei tumori maligni invasivi si può sconfiggere. Non ci stancheremo mai di ripetere che però la diagnosi precoce è indispensabile specialmente in alcune forme. Il cancro al seno è uno dei tumori solidi con la maggiore percentuale di guarigione: il 90 per cento quando il diametro è inferiore ad un centimetro. In particolari condizioni favorevoli la possibilità di successo della cura è del 100 per cento. Le fasi più a rischio, nella vita di una donna, sono quelle intorno alla menopausa e post menopausa. Ma sottoponendosi periodicamente ad una mammografia un eventuale tumore si individua in tempo utile per essere sconfitto".
Con quale atteggiamento i pazienti si avvicinano al medico? Notate ancora la rassegnazione che c'era una volta?
"Assolutamente no. Lo stato d'animo del malato, in genere, è cambiato. Proprio perchè si moltiplicano i messaggi di speranza, amplificati dai media, notiamo ottimismo, voglia di collaborare con il chirurgo o l'oncologo e spirito combattivo. Ora i pazienti pretendono giustamente di sapere tutto della malattia. Esigono la verità, sfuggendo magari alla catena protettiva della famiglia. Tra noi e loro si instaura un rapporto più diretto, leale e, perchè no, efficace".
Vuole dire che l'atteggiamento collaborativo del malato agisce come una medicina in più per vincere la malattia?
"Non è dimostrato. Di certo però avere come alleato il paziente significa applicare la terapia nelle condizioni ottimali"
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