Le donne cui viene diagnosticato un cancro o una recidiva nel corso di una gravidanza potrebbero avere la possibilità di non abortire, rinviare la cura o partorire prima del tempo, perché la chemioterapia sembra non nuocere al feto. E' questa la conclusione tratta da una serie di studi, pubblicati dalla rivista scientifica The Lancet, che hanno evidenziato risultati nella norma, in risposta a test fisici e psichici, da parte di bambini nati da donne che si sono sottoposte a trattamenti chemioterapici durante la gestazione (per approfondimenti si veda Amant et al., 2012).


La notizia è stata diffusa da diverse testate nazionali ed è rimbalzata in Internet su siti e blog. Questo messaggio di grande speranza, però, va sempre valutato con cautela e considerato caso per caso. Come ci ricordano i dottori Luciano Latini e Barbara Pistilli, dell'U.O. di Oncologia dell'Ospedale Civile di Macerata, è noto che la chemioterapia nel primo trimestre di gestazione è associata ad un alto tasso di malformazioni (fino al 20%), ma l'esposizione alla chemioterapia dopo il primo trimestre di gravidanza, quando la formazione degli organi nel feto è completata, non sembra incrementare l'incidenza di malformazioni congenite rispetto alla popolazione generale, come evidenzia anche la dottoressa Lucia Del Mastro, responsabile dell'unità Sviluppo Terapie Innovative dell'Istituto tumori di Genova (per approfondimenti si veda Martinella, 2012: Chemioterapia in gravidanza, nessun danno al bambino).

Queste ottime notizie per le donne che si trovano ad affrontare il cancro durante la gravidanza, richiedono sempre un'attenta valutazione medica del caso individuale. La lettura scientifica, infatti, fa spesso riferimento a studi condotti su piccoli campioni di popolazione in cui sono stati usati precisi protocolli terapeutici. Riferirsi alla chemioterapia in generale, quindi, potrebbe essere fuorviante, in quanto i piani terapeutici sono spesso composti da cocktail di farmaci e ogni farmaco può produrre effetti diversi sul feto. I farmaci, inoltre, sono in continua evoluzione e non per tutti sono noti i possibili effetti sulla gestazione.

Ribadiamo, quindi, la necessità che le pazienti che si trovano ad affrontare un tumore durante la gravidanza si affidino a strutture specializzate e a team multidisciplinari che abbiano maturato esperienza in quest'ambito e che siano in grado di offrire un adeguato monitoraggio ostetrico-ginecologico oltre che oncologico.

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