Cos'è?

I principali fattori di rischio

La diagnosi

Come si cura

Il dopo


 

Cos'è?

Il cancro dello stomaco, o carcinoma gastrico, è un tumore che origina nei tessuti dello stomaco, organo a forma di sacco situato nella parte superiore della cavità addominale. In alcuni casi il tumore silente non dà segno di sé per un lungo periodo e quando compaiono i primi sintomi ha ormai raggiunto dimensioni considerevoli.

Negli stadi iniziali della malattia, i sintomi possono essere:

  • difficoltà nella digestione
  • dolore
  • sensazione di sazietà precoce ai pasti
  • nausea
  • perdita di appetito.

Negli stadi più avanzati si possono riscontrare più frequentemente sangue nelle feci (ovvero feci scure per la presenza di sangue digerito), vomito, perdita di peso.

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I principali fattori di rischio

Il tumore dello stomaco è più diffuso tra gli uomini, soprattutto tra gli individui d’età medio-avanzata (60-70 anni). Sono, inoltre, numerosi i casi osservati tra i portatori di anemia perniciosa, una malattia che modifica la mucosa che riveste lo stomaco ed è caratterizzata da una carenza di vitamina B12.

Gli individui che soffrono di gastrite atrofica, un’infiammazione dello stomaco, o di un’infezione causata dall’Helicobacter pylori hanno un rischio maggiore di sviluppare la malattia.

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La diagnosi

In presenza di questi sintomi, il medico, dopo la visita, prescrive le analisi del sangue e la gastroscopia, una tecnica diagnostica che consente esplorare visivamente l'esofago, lo stomaco e il duodeno. L’operatore inserisce delicatamente attraverso la bocca un tubo flessibile dotato di apparato illuminante, che si chiama gastroscopio, fino a raggiungere lo stomaco. Qualora venga individuata una lesione della mucosa gastrica si esegue una biopsia.

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Come si cura

La chirurgia rappresenta il trattamento più importante per la maggior parte dei casi di cancro dello stomaco. Negli ultimi dieci anni sono stati compiuti progressi notevoli, non soltanto perché oggi la malattia è diagnosticata e trattata in una fase sempre più precoce, ma anche perché sono state messe a punto tecniche chirurgiche più avanzate.

L’intervento di asportazione dello stomaco si chiama gastrectomia; può essere parziale quando il chirurgo rimuove soltanto la parte di organo interessata dalla malattia (di solito si attua quando il tumore è localizzato nel corpo o nell’antro pilorico dello stomaco) o totale quando deve rimuovere l’intero organo (quando il tumore è localizzato nel fondo dello stomaco). Se la malattia è in fase iniziale, la gastrectomia può bastare per guarirla. Il chirurgo deve asportare anche i linfonodi adiacenti allo stomaco allo scopo di verificare se sono già stati invasi dalle cellule tumorali e di migliorare i risultati di sopravvivenza. A seconda delle dimensioni del tumore, il chirurgo potrebbe considerare anche l’asportazione di altri organi, quali la porzione inferiore dell’esofago, la milza e parte del pancreas, il colon trasverso. Nel caso la porzione inferiore dell’esofago sia rimossa, e in genere in tutti i casi di gastrectomia totale, l’organo è collegato direttamente all’intestino tenue.

Altre opzioni terapeutiche:

•    chemioterapia;
•    terapia con farmaci a bersaglio molecolare;
•    radioterapia.

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Il dopo

Nutrirsi dopo una gastrectomia

  • Consumare più pasti al giorno, mangiando degli spuntini nell’intervallo tra l’uno e l’altro. Infatti, dopo un intervento di gastrectomia parziale, lo stomaco non è più in grado di ricevere la stessa quantità di cibo di prima; dopo una gastrectomia totale, il cibo è decomposto direttamente nell’intestino tenue anziché nello stomaco
  • Evitare di bere molto durante il pasto o a stomaco vuoto.
  • Ritornare al più presto ad una dieta bilanciata per recuperare il peso perduto (prima della diagnosi) e anche le forze, accelerando così i tempi della ripresa. Tuttavia, è possibile non avere voglia di mangiare per circa un mese dopo l’intervento. Ciò significa che potrebbero volerci un paio di mesi prima di ricominciare a nutrirsi in maniera bilanciata. È, tuttavia, importante sforzarsi per recuperare le forze senza scoraggiarsi e con molta pazienza.
  • Consultare un nutrizionista prima o subito dopo l’intervento, il quale sarà sicuramente in grado di darvi consigli e aiuto pratico.

Sindrome da svuotamento

Dopo un intervento allo stomaco, le modificazioni dell’anatomia di quest’organo possono alterare profondamente il passaggio del cibo attraverso lo stomaco nell’intestino, determinando una sindrome da svuotamento, con conseguente calo degli zuccheri nel sangue e un passaggio di liquidi nell’intestino. In conseguenza di ciò si avvertono debolezza e sensazione di mancanza di forze, oltre a comparire pallore e sudore. Questo fenomeno può durare di solito da mezz’ora a due ore. La sindrome da svuotamento può essere precoce o tardiva in funzione del tempo che intercorre tra il pasto e la comparsa dei sintomi.

Se lo svuotamento è precoce, è consigliabile mangiare cibi ad alto contenuto di carboidrati complessi, quali pane bianco, patate, riso e pasta, evitando alimenti quali cibi a base di zucchero di canna, cioccolato e bevande dolci che contengono carboidrati assorbiti molti facilmente. Se lo svuotamento è tardivo, è bene consumare frequentemente piccoli pasti ad alto contenuto proteico. In ogni caso informare il medico in modo che possa prescrivervi dei farmaci per risolvere il problema. Nella maggior parte dei casi il disturbo scompare dopo un po’ di tempo, ma informate il medico o il nutrizionista se la sindrome da svuotamento persiste.

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Questa scheda sintetica è stata estratta da:

- Libretto della Collana del Girasole di Aimac “Il cancro dello stomaco”, ultima edizione marzo 2013.

- Profilo DST “Cancro dello stomaco”, tradotto dal PDQ del National Cancer Institute, ultima revisione novembre 2012.
Aimac è grata ad AIOM(Associazione Italiana di Oncologia Medica) Giovani e in particolare alla Dott. Chiara Cremolini (Polo Oncologico, Azienda Ospedaliero-Universitaria Pisana - Pisa) per la revisione critica del testo.

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