Che cos’è

La diagnosi

Lo stadio della malattia

Come si cura

Trattamento in base allo stadio


 

Che cos’è

Il cancro dell'endometrio è una malattia caratterizzata dalla presenza di cellule tumorali nei tessuti dell'endometrio, che quindi si distingue dalla forma tumorale che interessa la parte muscolare dell'utero, che prende il nome di sarcoma uterino.

Pur non essendo del tutto note le cause della malattia, sono stati riconosciuti alcuni fattori di rischio, tra cui la comparsa della prima mestruazione in giovanissima età (menarca precoce), la comparsa della menopausa in età avanzata (menopausa tardiva), l'obesità, il diabete e la terapia con tamoxifene nelle donne affette da tumore della mammella.

Il rischio di sviluppare un cancro dell'endometrio sembra aumentato nelle donne che si sottopongono al trattamento con soli estrogeni, ormoni che possono influire sulla crescita di alcune forme tumorali; al contrario, l'assunzione di estrogeni in combinazione con gli ormoni progestinici sembra non aumentare tale rischio.

È indispensabile recarsi dal ginecologo in presenza di sanguinamento o perdite diverse dalle mestruazioni; difficoltà o dolore alla minzione; coito doloroso; dolore localizzato alla regione pelvica.

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La diagnosi

In presenza di questi sintomi, il ginecologo procede alla visita. Tenendo conto del fatto che il cancro dell'endometrio si sviluppa all'interno dell'utero e che per tale motivo usualmente non si rileva al Pap test, è necessario che il ginecologo prelevi un campione di tessuto endometriale e lo faccia analizzare al microscopio per accertare la presenza di eventuali cellule tumorali. Il ginecologo può scegliere tra diverse tecniche:

  • biopsia endometriale: consiste nell'introduzione di uno strumento flessibile all'interno della cavità uterina, con il quale ‘gratta' delicatamente la parete dell'utero per prelevare piccole quantità di tessuto da analizzare al microscopio;
  • dilatazione e curettage (D & C): dopo aver dilatato la cervice, il ginecologo inserisce nella cavità uterina uno strumento chirurgico a forma di cucchiaio tramite il quale può prelevare dei campioni di tessuto più grandi;
  • isteroscopia: con uno strumento sottile dotato di una piccola telecamera sulla punta e di una piccola ansa, il ginecologo può visualizzare la cavità uterina e prelevare in modo mirato un campione di tessuto da analizzare. È la tecnica ormai più corretta e più utilizzata. 

Tali procedure a volte possono necessitare di anestesia.

Le probabilità di guarigione (prognosi) e la scelta del trattamento dipendono dalla localizzazione e dallo stadio del tumore (se è circoscritto all'endometrio, se interessa tutto l'utero o se si è diffuso ad altri organi), nonché dalle condizioni generali di salute.

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Lo stadio della malattia

Una volta confermata la presenza del tumore, è necessario eseguire ulteriori accertamenti per verificare se le cellule tumorali si sono diffuse ad altre parti dell’organismo (stadiazione). La stadiazione è importante per la scelta del trattamento più indicato. Il cancro dell’endometrio si classifica nei seguenti stadi:

- stadio I: il tumore è limitato al corpo dell'utero, ma non ha invaso la cervice. Si suddivide in stadio IA e IB in funzione della profondità d'infiltrazione della parte muscolare dell'utero;

- stadio II: il tumore si è esteso dall'endometrio alla cervice, ma non oltre l'utero;

- stadio III: il tumore è esteso fuori dall'utero entro le pelvi o ai linfonodi. Si suddivide in stadio IIIA, IIIB e IIIC a seconda che si sia esteso alla parte superficiale dell'utero o alle ovaie, alla vagina e alle tube, e ai linfonodi;

- stadio IV: il tumore è esteso alla mucosa della vescica o dell'intestino o sono presenti metastasi a distanza;

- recidiva: il tumore si ripresenta dopo il trattamento. La recidiva può svilupparsi nella regione pelvica, nei linfonodi e/o negli altri organi a distanza.

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Come si cura

Le opzioni terapeutiche attualmente disponibili per il cancro dell'endometrio sono le seguenti:

  • chirurgia;
  • chemioterapia;
  • radioterapia;
  • ormonoterapia.

La chirurgia è il trattamento più comune. Il chirurgo può decidere di asportare il tumore attuando uno dei seguenti tipi d'intervento:

- isterectomia e annessiectomia (detta anche salpingo-ovariectomia) bilaterale: è l'intervento tramite il quale il chirurgo rimuove l'utero, le salpingi (o tube di Falloppio) e le ovaie. Per verificare lo stato dei linfonodi, il chirurgo può procedere nella stessa sede a dissezione linfonodale rimuovendo i linfonodi pelvici e/o aortici, mentre è considerato ancora sperimentale il ruolo della ricerca del linfonodo sentinella (il primo linfonodo che drena la linfa dalla regione tumorale;

Anche se il chirurgo rimuove tutto il tumore durante l’intervento, in alcuni casi, in base a particolari fattori di rischio identificati all’esame istologico, e allo stadio di malattia, l’oncologo può consigliare una radioterapia o chemioterapia postoperatoria allo scopo di provocare la morte di eventuali cellule tumorali residue e prevenire la recidiva.

La chemioterapia è la modalità terapeutica che distrugge le cellule tumorali attraverso la somministrazione di farmaci, che possono essere assunti per bocca in forma di compresse, oppure iniettati per via endovenosa o intramuscolare. La chemioterapia si definisce trattamento sistemico, perché il farmaco entra nella circolazione sanguigna, si diffonde nell'organismo e in questo modo può raggiungere e distruggere le cellule tumorali che si sono diffuse a distanza.

La radioterapia (detta anche terapia radiante) utilizza radiazioni ad alta frequenza per distruggere le cellule neoplastiche. Le radiazioni possono essere erogate da una macchina esterna all'organismo (radioterapia esterna) oppure la sostanza radioattiva (radioisotopo) può essere immessa direttamente nella zona interessata dal tumore per mezzo di tubicini di plastica (radioterapia interna o intracavitaria). Nel trattamento del cancro dell'endometrio la radioterapia può essere attuata da sola o in combinazione con chirurgia o chemioterapia oppure con entrambe.

L'ormonoterapia (o terapia ormonale) consiste nella somministrazione di ormoni per bloccare la crescita delle cellule tumorali. Gli estrogeni e i progestinici sono ormoni che possono in qualche modo influire sulla crescita di alcune cellule tumorali. Se gli accertamenti eseguiti dimostrano che nelle cellule tumorali sono presenti recettori per gli estrogeni e/o progestinici, l'ormonoterapia può essere considerata un'opzione terapeutica.

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Trattamento in base allo stadio

Lo specialista può proporre il trattamento standard per la sua dimostrata efficacia, confermata da esperienze precedenti, oppure la partecipazione a uno studio clinico. La terapia standard non funziona necessariamente per tutti i pazienti e a volte comporta più effetti collaterali di quanto si pensi. Per tale motivo si conducono studi clinici allo scopo di individuare modi più efficaci di trattamento, basandosi sulle informazioni più aggiornate al momento disponibili.

Stadio I

Le opzioni terapeutiche sono le seguenti:

- in casi selezionati, con tumori in fase molto iniziale inizialissimi e  in pazienti giovani desiderose di gravidanze, si può proporre una terapia conservativa dell’utero con somministrazione di terapia ormonale ed eventuale asportazione isteroscopica solo della piccola area dell’endometrio interessata dal tumore;

- isterectomia e annessiectomia bilaterale;

- isterectomia e annessiectomia bilaterale con dissezione dei linfonodi pelvici e/o addominali, seguita da radioterapia interna o esterna sulla pelvi. Dopo l'intervento, si può introdurre in vagina un tubicino di plastica, all'interno del quale è collocata la sorgente radioattiva, con lo scopo di distruggere le eventuali cellule tumorali residue;

- radioterapia da sola per pazienti inoperabili.

Stadio II

Le opzioni terapeutiche sono le seguenti:

- isterectomia e annessiectomia bilaterale, con dissezione dei linfonodi pelvici e addominali, seguita da radioterapia;

- isterectomia e annessiectomia bilaterale con o senza dissezione dei linfonodi pelvici e addominali, seguita da radioterapia interna o esterna sulla pelvi. Dopo l'intervento, può essere consigliata una radioterapia interna;

- radioterapia da sola per le pazienti inoperabili.

Stadio III

Le opzioni terapeutiche sono le seguenti:

- isterectomia radicale con dissezione dei linfonodi pelvici, seguita dalla radioterapia interna e esterna;

- radioterapia da sola per pazienti inoperabili;

- chemioterapia più radioterapia.

Stadio IV

Le opzioni terapeutiche sono le seguenti:

- chemioterapia;

- radioterapia per alleviare i sintomi;

- ormonoterapia;

- chirurgia di palliazione, mirante ad alleviare i sintomi.

Carcinoma endometriale recidivante

In questo caso le opzioni terapeutiche sono le seguenti:

- radioterapia palliativa, ossia mirante ad alleviare i sintomi e a migliorare la qualità di vita;

- ormonoterapia.

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Aimac è grata al Prof. G Scambia e alla Dott. R. De Vincenzo (Polo della Salute della Donna e del Bambino - Fondazione Policlinico Universitario  A. Gemelli, Università Cattolica del Sacro Cuore – Roma) per la revisione critica del testo.    

Ultima revisione: dicembre 2016    
Titolo originale: Endometrial Cancer Treatment (PDQ®)

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