Elisabetta Iannelli (segretario FAVO): “Bene la decisione del Governo di prevedere anche per dipendenti del privato un giusto diritto. Ma sono ancora esclusi gli autonomi iscritti alla gestione separata INPS”
Roma, 15 gennaio 2015 - La Federazione Italiana delle Associazioni di Volontariato in Oncologia (FAVO) accoglie con favore la decisione dei Ministri Giuliano Poletti e Beatrice Lorenzin di estendere anche ai lavoratori privati, affetti da malattie gravi, l’esenzione dalle fasce di reperibilità. Attraverso il decreto interministeriale Welfare-Sanità nei giorni scorsi è stata definita la disciplina dell'esenzione per tutti i dipendenti del privato che necessitano di terapie salvavita o che siano affetti da stati patologici invalidanti (con invalidità civile superiore al 67%). “Finalmente è stata eliminata un'ingiusta disparità di trattamento tra lavoratori pubblici e privati - afferma l’Avv. Elisabetta Iannelli Segretario Generale FAVO -. E’ un diritto fondamentale che deve però essere al più presto esteso anche lavoratori autonomi iscritti alla gestione separata INPS. Queste persone, per il momento, sono costrette a sentirsi costretti ad una sorta di “arresti domiciliari” per essere sempre reperibili in caso di visite fiscali che rilevino la loro malattia. Sono passati sette anni da quando abbiamo chiesto e ottenuto dall’allora Ministro Renato Brunetta la prima circolare con la quale furono forniti chiarimenti in ordine alle fasce di reperibilità, in caso di malattia per i lavoratori che hanno avuto una diagnosi di cancro, durante il periodo di cura. Il provvedimento risolveva solo in parte i problemi per i lavoratori poiché si riferiva solo ai dipendenti del pubblico impiego. Adesso il Governo ha allargato la platea dei beneficiari di quel provvedimento tutelando i dipendenti privati. La FAVO chiede alle Istituzioni che tutti i lavoratori, compresi quelli autonomi iscritti alla gestione separata INPS, godano degli stessi diritti - conclude Elisabetta Iannelli -. I pazienti oncologici sono tutti uguali o così dovrebbe essere nel rispetto delle esigenze di cura e di tutela del lavoro tutelate dalla Carta Costituzionale fino alle più elementari norme contrattuali”.