Dopo Emilia Romagna, Toscana e Marche anche il Piemonte dimostra una sensibilità crescente verso un disagio sociale che affligge molte donne. La giunta regionale del Piemonte ha, infatti, deciso che le donne piemontesi affette da alopecia dovuta a chemioterapia per qualunque forma neoplastica, circa 2000 ogni anno, potranno usufruire di un contributo regionale per l'acquisto di una parrucca. Il contributo vale anche per le bambine e le adolescenti che devono sottoporsi a chemioterapia.

Grande soddisfazione è stata espressa da Elisabetta Iannelli, Vicepresidente di Aimac, l’Associazione Italiana Malati di Cancro, parenti e amici, che sottolinea come in particolare nelle donne, il cambiamento della fisionomia indotto dai farmaci possa avere effetti demoralizzanti quanto la mutilazione dell'intervento e compromettere pesantemente la vita di relazione, aumentando il livello di stress, ansia e depressione. Un rimedio è l’uso di una parrucca, magari personalizzata, ma non tutte le donne possono beneficiarne, anche a causa del costo.

In effetti, il Nomenclatore Tariffario che, a livello nazionale, individua le protesi dirette al recupero funzionale e sociale delle persone affette da minorazioni fisiche, psichiche e sensoriali dipendenti da qualunque causa non comprende le parrucche. Da qui la scelta della giunta piemontese di garantire un contributo annuale di 250 euro per l'acquisto, che sarà erogato dalle aziende sanitarie di residenza delle pazienti, in seguito alla presentazione della ricevuta d'acquisto, anche grazie alle numerose istanze presentate dalle associazioni regionali di donne coinvolte nel percorso riabilitativo a seguito di patologie oncologiche. “Fino ad ora per tutte le pazienti che non hanno ottenuto rimborsi o contributi, al danno di dover pagare per intero il costo della parrucca, si è aggiunta la beffa dell’indetraibilità della relativa spesa dalle tasse, come se si trattasse di una spesa voluttuaria ed estetica - sottolinea Elisabetta Iannelli. “A dimostrazione che ora qualcosa sta cambiando anche nella mentalità del legislatore in favore delle donne, ora anche l’erario ha mostrato di avere un cuore e soprattutto una mente lucida, per capire che la parrucca per l’alopecia causata dalle cure antineoplastiche deve essere considerata una protesi sanitaria e, pertanto, detraibile. Quindi, dopo la recente nota della Direzione regionale delle entrate dell'Emilia Romagna che sul piano fiscale garantisce che la spesa per l’acquisto della parrucca per chi è in chemioterapia può essere portata in detrazione nella dichiarazione dei redditi ed è detraibile dall'Irpef (articolo 15, comma 1, lettera c del Tuir) purché la protesi sia stata prescritta da un medico specialista, la cronaca registra anche un ulteriore passo in avanti di sostegno con la decisione della giunta piemontese di garantire il contributo per l'acquisto della parrucca alle donne che hanno affrontato e affrontano la battaglia contro il cancro."

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