Se la biopsia conferma la presenza di un tumore del colon-retto, è spesso necessario approfondire gli accertamenti per stabilirne esattamente le dimensioni e la posizione, come anche per verificare se la malattia si è diffusa. Questo processo prende il nome di stadiazione e il suo espletamento può richiedere un certo tempo. Dal suo risultato dipende la scelta del trattamento migliore per il paziente. In alcune situazioni, questi stessi accertamenti possono essere ripetuti durante e dopo il trattamento per controllare l'andamento della malattia e gli effetti della terapia.

Analisi del sangue: Servono per valutare le condizioni generali di salute, ma anche per determinare il livello dell'antigene carcinoembrionario (CEA), una proteina che può essere prodotta dalle cellule neoplastiche di origine intestinale. L'esame non è molto attendibile e può essere negativo in presenza di tumore, o, peggio, positivo in assenza di questo.

Radiografia del torace: Serve per controllare le condizioni di cuore e polmoni.

Ecografia addominale: È una tecnica radiologica che impiega gli ultrasuoni per visualizzare il fegato e l'interno della cavità addominale e verificare se le cellule neoplastiche si sono diffuse ad altri organi. È indolore e l'esecuzione richiede solo pochi minuti. Di solito il giorno in cui è programmata si deve stare completamente a digiuno, almeno nelle sei ore precedenti.
Dopo aver sistemato il paziente sul lettino in posizione supina, il medico spalma sull'addome un sottile strato di gel e passa su tutta la zona un piccolo strumento, simile a un microfono, che emette gli ultrasuoni. Le riflessioni degli ultrasuoni sono quindi convertite in immagini per mezzo di un computer.

Eco-endoscopia: è una modalità di esecuzione che prevede l’inserimento attraverso il retto di una piccola sonda endoscopica con sulla punta un ecografo, attraverso il quale si ottengono le scansioni. È utile per la stadiazione dei tumori del retto.

Tomografia computerizzata (TC): è una tecnica radiologica che permette di ottenere tante inquadrature dello stesso organo su piani successivi. Le immagini così prodotte sono inviate a un computer che le elabora per dare poi il quadro dettagliato delle strutture interne di un organo. La procedura è sicura e indolore, e richiede circa mezz’ora. La quantità di radiazioni utilizzata è talmente modesta che non c’è motivo di preoccuparsi per eventuali danni al paziente e a chi gli sta intorno. Prima della TC è bene non mangiare né bere per almeno quattro ore. Si è in grado di fare ritorno a casa alla conclusione dell’esame.

Nella maggior parte dei casi la TC richiede la somministrazione di un mezzo di contrasto contenente iodio, che si evidenzia ai raggi X e che consente di visualizzare meglio le strutture interne del corpo. Il mezzo di contrasto può dare una sensazione diffusa di calore per qualche minuto. Prima della somministrazione è importante informare il medico se si è allergici allo iodio o si soffre di asma allo scopo di evitare una reazione piuttosto seria.  

Risonanza magnetica nucleare (RMN): È una tecnica radiologica che utilizza i campi magnetici per elaborare immagini dettagliate delle strutture interne dell’organismo. Dura circa 30 minuti. Può essere utile per stabilire lo stadio del tumore e ottenere informazioni importanti per pianificare l’intervento oppure per valutare l’opportunità di eseguire prima un ciclo di radioterapia.

In alcuni casi si somministra un mezzo di contrasto in vena (di solito del braccio) per migliorare la qualità delle immagini. Per tutta la durata dell’esame è necessario rimanere perfettamente immobili sul lettino.
Prima della RMN è necessario togliere tutti gli oggetti metallici. I portatori di monitor cardiaci, pacemaker o altri tipi di clip chirurgiche non possono sottoporsi alla RMN.

Tomografia  a emissione di positroni (PET): È una nuova procedura disponibile attualmente solo presso strutture specializzate. Può essere utile per stabilire se il tumore si è diffuso ad altri organi, e dopo il trattamento per stabilire se eventuali ‘masse' residue sono costituite solo da tessuto cicatriziale oppure contengono cellule tumorali.

La PET si basa sulla conoscenza che determinati tessuti, fra cui i tumori, consumino più glucosio rispetto ai tessuti normali. Durante l'esame si somministra per endovena un composto contenente zucchero radioattivo, che si diffonde in tal modo in tutto il corpo. La scansione si esegue dopo circa un paio d'ore. Attraverso il computer è possibile visualizzare le parti che assorbono maggiormente il glucosio; sarà poi il medico nucleare a valutare il significato di quest'assorbimento.

Talvolta la PET è abbinata alla tomografia computerizzata e, più recentemente, anche alla RMN, per offrire al medico la possibilità di eseguire una serie di radiografie. In questo caso si parla di PET/TC e PET/RMN.

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